La coppia, la famiglia e l’impegno sociale
Un percorso di vita condiviso tra responsabilità familiare, partecipazione civica e costruzione del bene comune


Un patto di coppia con valore pubblico
Dagli amici della Casa dei Cittadini ci è stato chiesto di condividere la nostra (modesta) esperienza di impegno nella costruzione del bene comune. O, per usare le loro parole, di raccontare come abbiamo cercato di contribuire a una società più giusta e a progettare un futuro sostenibile. Per rispondere a questa richiesta, abbiamo provato a rileggere il nostro percorso di coppia, per capire se l’impegno assunto anni fa ci abbia davvero aiutato a essere, almeno in parte, coerenti con questi obiettivi.
Siamo convinti che il giorno del nostro matrimonio abbiamo formalizzato un patto dal forte valore pubblico: non solo perché stipulato davanti alle comunità civile e religiosa, ma anche perché da quel momento abbiamo scelto di impegnarci non più come individui, ma come coppia, nella costruzione della Chiesa e della società, per il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Rileggendo oggi il nostro cammino, possiamo dire che la scelta di contribuire al bene comune è nata già da fidanzati e si è evoluta nel tempo, accompagnandoci nel ruolo di sposi e genitori. Questo atteggiamento concreto si è sviluppato gradualmente grazie a incontri significativi: sacerdoti illuminati, esperti di tematiche familiari, docenti universitari e altre famiglie con cui abbiamo condiviso saperi ed esperienze. Alcuni percorsi di studio e formazione ci hanno poi permesso di comprendere e interpretare meglio i cambiamenti in atto nella famiglia.
La famiglia bene comune
Dal sociologo Pierpaolo Donati abbiamo appreso che la famiglia è un “bene relazionale”, cioè una realtà fondata sulla condivisione di relazioni da cui scaturiscono sia beni individuali che comunitari. La famiglia è frutto di una forma sociale ispirata a un modello culturale che ha come valore-base il perfezionamento della persona e come principi regolatori la sussidiarietà e la solidarietà.
La famiglia è, per sua natura, un luogo in cui non si agisce solo per sé, ma anche per gli altri, costruendo insieme il bene proprio e quello altrui. Come sottolinea Francesco Belletti, direttore del CISF, il bene generato da un’azione familiare diventa accessibile anche alla collettività e lascia frutti e relazioni permanenti: questo è il bene comune.
Sempre secondo Donati, la famiglia produce beni relazionali quando ciascun membro riesce a personalizzare il proprio ruolo nella rete familiare, agendo come “soggetto relazionale” maturo.

Dalla conoscenza all’azione
Tutte queste esperienze, forse anche inconsapevolmente, hanno arricchito la nostra relazione e ci hanno aiutato a crescere nella consapevolezza che anche il nostro legame di coppia poteva diventare strumento concreto di bene comune.
Tra le esperienze più significative c’è certamente quella con Afi – Associazione delle famiglie, che ci ha offerto un’importante formazione sui temi familiari, in particolare sul ruolo sociale della famiglia e sulle politiche pubbliche ad essa dedicate.
La formazione degli amministratori
L’impegno dell’Afi si è concentrato soprattutto sulle politiche familiari, un ambito all’epoca poco conosciuto, spesso confuso con le politiche sociali. Quando si chiedeva a sindaci o assessori: “Cosa fate per la famiglia?”, spesso la risposta era un elenco di interventi su scuola, trasporti scolastici, asili nido, parchi gioco, case di riposo… (tutte cose importanti). Raramente si parlava di tavoli di co-progettazione con le famiglie, di reti associative familiari, o di sostegni modulati sul carico familiare complessivo.
Per questo motivo, una delle iniziative più importanti dell’Afi è stata la promozione di corsi di formazione sulle politiche familiari, rivolti a sindaci, assessori e funzionari comunali (perché, si sa, gli amministratori cambiano, ma i funzionari restano). Questi corsi sono stati organizzati spesso in collaborazione con amministrazioni provinciali e con le università di Milano Cattolica, Verona, Padova, Bologna e Napoli, e si sono tenuti in diverse città, tra cui Treviso, Verona, Padova, Udine e Napoli, con un numero variabile di incontri.
Dalla teoria alla pratica
Questi corsi hanno rappresentato anche per noi un’occasione formativa fondamentale e un luogo di confronto. Molti soci dell’Afi, grazie a essi, hanno maturato o approfondito il proprio impegno amministrativo e politico. Al di là delle capacità personali, abbiamo notato in chi li ha frequentati un approccio originale alla gestione pubblica: maggiore condivisione tra assessorati, costruzione di tavoli di co-progettazione aperti alle associazioni e ai cittadini, attenzione alle relazioni e alle reti sociali.

Crediamo che l’esperienza della Casa dei Cittadini, che da vent’anni si propone come laboratorio per avvicinare le persone alla politica locale e all’amministrazione, sia un esempio concreto di costruzione del bene comune. Un’esperienza che merita di essere conosciuta, valorizzata ed esportata.