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2
June
2022

Bene Comune

Per costruire insieme la “Società dell’uomo”

Maurizio Bernardi
Maurizio Bernardi

L’attuale momento storico esige di ripartire dal basso1

Per la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), recuperando il pensiero classico, la Comunità Politica, costituita dall’insieme delle famiglie, dalle sue forme associative e come realtà di popolo, è resa tale da un legame etico, prima che giuridico e politico, da una amicizia civica che consiste nel condividere gli stessi fini.

Per questo la Comunità Politica non viene costituita dal potere, ma si costituisce nella storia, in riferimento alla forza unitiva della morale e dei valori della religione, che danno alla società appunto i fini. Anche le Costituzioni dovrebbero avere questa origine.

Con la modernità, lo Stato ha assorbito la Comunità Politica ed ha in gran parte distrutto il legame etico fondativo che costituiva il collante stesso della società.

Nei casi più estremi, il potere acquisito dallo Stato ha dato vita ad una sorta di “religione civile” che tenesse uniti gli individui anche dal di dentro, oltre che dal di fuori. Da qui i totalitarismi e gli autoritarismi che purtroppo riconosciamo anche ai giorni nostri.

Anche la democrazia è una forma di potere ed oggi, troppo spesso, “è pura forza” che però, come ben sappiamo, non legittima nessun potere: anche la democrazia deve rispettare la Comunità Politica che la precede e la fonda.

Quando il potere politico non si mette al servizio della Comunità diventa dannoso e pericoloso.

La proposta della DSC è di organizzare il potere politico in modalità sussidiaria, ossia a partire dal basso. Secondo questo modello, man mano che si sale il potere politico sarà:

• meno di contenuti e più di forma;

• meno diretto e più indiretto;

• meno erogatore e più organizzatore;

• meno operativo, ma più capace di far fare;

• più di supplenza che di sostituzione.

Secondo questo modello, necessariamente, il controllo politico dal basso dovrà prevalere sull’autonomia dei tecnici e dei burocrati.

È purtroppo evidente che dopo decenni, anzi secoli, di accentramento, il percorso che si può immaginare è una progressiva devoluzione di funzioni dall’alto verso il basso, anche se sarebbe certamente preferibile il processo in senso opposto.

Ed è altrettanto evidente che questo processo è “doloroso” perché significa ripensare e ridefinire “chi fa cosa”.

1 Contenuti liberamente tratti dalla traccia della lezione L'ARTICOLAZIONE SUSSIDIARIA DEL POTERE POLITICO di Stefano Fontana – Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa

Il Bene Comune e le sue implicazioni

Pensiamo per un momento ad una singola persona, una donna o un uomo “di buona volontà”; il suo agire morale si realizza nel compiere il bene.

Allo stesso modo, l’agire sociale di una comunità giunge a compimento realizzando il Bene Comune.

Il principio del Bene Comune deriva innanzitutto “Dalla dignità, unità e uguaglianza di tutte le persone …” e ad esso, per avere senso, deve riferirsi ogni aspetto della vita sociale.

Il Bene Comune non va però inteso nella semplice somma del bene di ciascun soggetto sociale perché, essendo comune è di tutti e perciò è indivisibile e può essere raggiunto solo con il contributo di tutti.

Sappiamo bene che una persona non può trovare compimento solo in sé stessa, a prescindere cioè dal suo essere con e per gli altri.

Allo stesso modo nessuna forma sociale – famiglia, associazione, impresa, comune, regione, Stato, comunità delle Nazioni – può prescindere dal proprio Bene Comune che rappresenta il significato e la sua autentica ragion d’essere.

La responsabilità è di ciascuno e al tempo stesso di tutti

Il Bene Comune consegue dalle più elevate inclinazioni dell’uomo, ma è un bene difficile da raggiungere in quanto richiede la ricerca del bene altrui e del bene comunitario come se fosse il proprio.

Il Bene Comune è molto esigente poiché riguarda l’insieme dei bisogni dell’intera comunità che come ben sappiamo sono molteplici, sono dinamici e variano a seconda delle condizioni sociali.

Il Bene Comune pretende “… l'impegno per la pace, l'organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell'ambiente, la prestazione di quei servizi essenziali delle persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell'uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni e tutela della libertà religiosa.

Ciascuno di noi deve sentirsi responsabile del Bene Comune e perciò deve contribuire, secondo le proprie capacità e le proprie forze, sia alla realizzazione del Bene Comune, sia alla promozione del diritto di ciascuno alle condizioni di vita sociale che ne derivano.

I compiti di Casa dei Cittadini e della comunità politica

Per noi di CdC, che abbiamo nel nostro Statuto i Principi della DSC, è naturale sentire il dovere morale di contribuire personalmente, come Famiglia e come movimento politico alla realizzazione del Bene Comune.

Se solo potessimo far crescere questo senso civico, sociale e politico nelle nostre famiglie, in CdC e un po’ in tutti i movimenti politici e realtà civiche impegnate sul proprio territorio, certamente potremmo insieme creare le condizioni per guardare al futuro della nostra Nazione con speranza ed un po’ di ottimismo.

Certamente nel breve continueremo a partecipare attivamente alla realizzazione del Bene Comune nel nostro Comune dove possiamo mettere in gioco le buone esperienze già prodotte dal 2004 al 2019 con l’amministrazione guidata dai nostri rappresentanti.

Inoltre possiamo certamente consolidare ed arricchire la nostra rete con movimenti e realtà politiche vicine alla nostra in varie parti d’Italia.

Naturalmente tutte le istituzioni pubbliche, il Comune, la Provincia, la Regione e lo Stato hanno la responsabilità di conseguire il Bene Comune perché è proprio il Bene Comune la ragion d’essere dell’autorità politica.

Queste istituzioni, e lo Stato in primis, devono garantire coesione, unitarietà e organizzazione alla società civile di cui è espressione, in modo che il Bene Comune possa essere conseguito con il contributo di tutti i cittadini.

Va poi evidenziato che nello Stato democratico, in cui le decisioni sono solitamente assunte a maggioranza, coloro ai quali compete la responsabilità di governo sono tenuti ad interpretare il Bene Comune non soltanto secondo gli orientamenti della maggioranza, ma nella prospettiva del bene effettivo di tutti i membri della comunità civile, compresi quelli in posizione di minoranza.

I principi della DSC in unità

Il Bene Comune non è un principio che possa avere vita propria in quanto si nutre di “Sussidiarietà”, “Solidarietà”, “Destinazione universale dei beni”, “Partecipazione”, “Verità, libertà e giustizia” e quindi i principi della DSC acquistano il significato più autentico quando sono vissuti nella loro unità.

Tutti e insieme “questi principi hanno un carattere generale e fondamentale, poiché riguardano la realtà sociale nel suo complesso: dalle relazioni interpersonali caratterizzate da prossimità ed immediatezza a quelle mediate dalla politica, dall'economia e dal diritto; dalle relazioni tra comunità o gruppi ai rapporti tra i popoli e le Nazioni.

2
June
2022

Bene Comune

Per costruire insieme la “Società dell’uomo”

Maurizio Bernardi
Maurizio Bernardi

🤝 Collaboratori

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📝 Descrizione del Progetto

L’attuale momento storico esige di ripartire dal basso1

Per la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), recuperando il pensiero classico, la Comunità Politica, costituita dall’insieme delle famiglie, dalle sue forme associative e come realtà di popolo, è resa tale da un legame etico, prima che giuridico e politico, da una amicizia civica che consiste nel condividere gli stessi fini.

Per questo la Comunità Politica non viene costituita dal potere, ma si costituisce nella storia, in riferimento alla forza unitiva della morale e dei valori della religione, che danno alla società appunto i fini. Anche le Costituzioni dovrebbero avere questa origine.

Con la modernità, lo Stato ha assorbito la Comunità Politica ed ha in gran parte distrutto il legame etico fondativo che costituiva il collante stesso della società.

Nei casi più estremi, il potere acquisito dallo Stato ha dato vita ad una sorta di “religione civile” che tenesse uniti gli individui anche dal di dentro, oltre che dal di fuori. Da qui i totalitarismi e gli autoritarismi che purtroppo riconosciamo anche ai giorni nostri.

Anche la democrazia è una forma di potere ed oggi, troppo spesso, “è pura forza” che però, come ben sappiamo, non legittima nessun potere: anche la democrazia deve rispettare la Comunità Politica che la precede e la fonda.

Quando il potere politico non si mette al servizio della Comunità diventa dannoso e pericoloso.

La proposta della DSC è di organizzare il potere politico in modalità sussidiaria, ossia a partire dal basso. Secondo questo modello, man mano che si sale il potere politico sarà:

• meno di contenuti e più di forma;

• meno diretto e più indiretto;

• meno erogatore e più organizzatore;

• meno operativo, ma più capace di far fare;

• più di supplenza che di sostituzione.

Secondo questo modello, necessariamente, il controllo politico dal basso dovrà prevalere sull’autonomia dei tecnici e dei burocrati.

È purtroppo evidente che dopo decenni, anzi secoli, di accentramento, il percorso che si può immaginare è una progressiva devoluzione di funzioni dall’alto verso il basso, anche se sarebbe certamente preferibile il processo in senso opposto.

Ed è altrettanto evidente che questo processo è “doloroso” perché significa ripensare e ridefinire “chi fa cosa”.

1 Contenuti liberamente tratti dalla traccia della lezione L'ARTICOLAZIONE SUSSIDIARIA DEL POTERE POLITICO di Stefano Fontana – Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa

Il Bene Comune e le sue implicazioni

Pensiamo per un momento ad una singola persona, una donna o un uomo “di buona volontà”; il suo agire morale si realizza nel compiere il bene.

Allo stesso modo, l’agire sociale di una comunità giunge a compimento realizzando il Bene Comune.

Il principio del Bene Comune deriva innanzitutto “Dalla dignità, unità e uguaglianza di tutte le persone …” e ad esso, per avere senso, deve riferirsi ogni aspetto della vita sociale.

Il Bene Comune non va però inteso nella semplice somma del bene di ciascun soggetto sociale perché, essendo comune è di tutti e perciò è indivisibile e può essere raggiunto solo con il contributo di tutti.

Sappiamo bene che una persona non può trovare compimento solo in sé stessa, a prescindere cioè dal suo essere con e per gli altri.

Allo stesso modo nessuna forma sociale – famiglia, associazione, impresa, comune, regione, Stato, comunità delle Nazioni – può prescindere dal proprio Bene Comune che rappresenta il significato e la sua autentica ragion d’essere.

La responsabilità è di ciascuno e al tempo stesso di tutti

Il Bene Comune consegue dalle più elevate inclinazioni dell’uomo, ma è un bene difficile da raggiungere in quanto richiede la ricerca del bene altrui e del bene comunitario come se fosse il proprio.

Il Bene Comune è molto esigente poiché riguarda l’insieme dei bisogni dell’intera comunità che come ben sappiamo sono molteplici, sono dinamici e variano a seconda delle condizioni sociali.

Il Bene Comune pretende “… l'impegno per la pace, l'organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell'ambiente, la prestazione di quei servizi essenziali delle persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell'uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni e tutela della libertà religiosa.

Ciascuno di noi deve sentirsi responsabile del Bene Comune e perciò deve contribuire, secondo le proprie capacità e le proprie forze, sia alla realizzazione del Bene Comune, sia alla promozione del diritto di ciascuno alle condizioni di vita sociale che ne derivano.

I compiti di Casa dei Cittadini e della comunità politica

Per noi di CdC, che abbiamo nel nostro Statuto i Principi della DSC, è naturale sentire il dovere morale di contribuire personalmente, come Famiglia e come movimento politico alla realizzazione del Bene Comune.

Se solo potessimo far crescere questo senso civico, sociale e politico nelle nostre famiglie, in CdC e un po’ in tutti i movimenti politici e realtà civiche impegnate sul proprio territorio, certamente potremmo insieme creare le condizioni per guardare al futuro della nostra Nazione con speranza ed un po’ di ottimismo.

Certamente nel breve continueremo a partecipare attivamente alla realizzazione del Bene Comune nel nostro Comune dove possiamo mettere in gioco le buone esperienze già prodotte dal 2004 al 2019 con l’amministrazione guidata dai nostri rappresentanti.

Inoltre possiamo certamente consolidare ed arricchire la nostra rete con movimenti e realtà politiche vicine alla nostra in varie parti d’Italia.

Naturalmente tutte le istituzioni pubbliche, il Comune, la Provincia, la Regione e lo Stato hanno la responsabilità di conseguire il Bene Comune perché è proprio il Bene Comune la ragion d’essere dell’autorità politica.

Queste istituzioni, e lo Stato in primis, devono garantire coesione, unitarietà e organizzazione alla società civile di cui è espressione, in modo che il Bene Comune possa essere conseguito con il contributo di tutti i cittadini.

Va poi evidenziato che nello Stato democratico, in cui le decisioni sono solitamente assunte a maggioranza, coloro ai quali compete la responsabilità di governo sono tenuti ad interpretare il Bene Comune non soltanto secondo gli orientamenti della maggioranza, ma nella prospettiva del bene effettivo di tutti i membri della comunità civile, compresi quelli in posizione di minoranza.

I principi della DSC in unità

Il Bene Comune non è un principio che possa avere vita propria in quanto si nutre di “Sussidiarietà”, “Solidarietà”, “Destinazione universale dei beni”, “Partecipazione”, “Verità, libertà e giustizia” e quindi i principi della DSC acquistano il significato più autentico quando sono vissuti nella loro unità.

Tutti e insieme “questi principi hanno un carattere generale e fondamentale, poiché riguardano la realtà sociale nel suo complesso: dalle relazioni interpersonali caratterizzate da prossimità ed immediatezza a quelle mediate dalla politica, dall'economia e dal diritto; dalle relazioni tra comunità o gruppi ai rapporti tra i popoli e le Nazioni.

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