La mia Comunità al primo posto
Marcello Lovato: «L’impegno nella politica locale è più che mai necessario»

Ha senso oggi impegnarsi nella società e nella politica?
Certamente, perché oggi siamo in un contesto sociale che ci priva del domani! La società consumistica attuale ci spinge a consumare oggi senza investire sul futuro. Meglio spendere oggi, anche in modo “rateizzato” piuttosto che investire sul domani.
Rilevo poi come in questo inizio millennio prevalga un senso di rassegnazione nei confronti proprio del futuro. Questo vale soprattutto per i giovani: i social-media diffondono l’idea che il mondo sia governato da gruppi di potere, quelli che una volta definivamo “lobby”. Se a questo poi aggiungiamo la “stanchezza” delle democrazie occidentali, sembrerebbe inutile impegnarsi. Molti pertanto si rifugiano nella “sfera” del privato.
Ricordo però che in quella che Bauman definisce “società liquida” gli spazi e le responsabilità che noi lasciamo libere vengono occupati da altri. Proprio per questo è necessario dimostrare con i fatti che, partendo dalle iniziative più semplici, è ancora possibile “cambiare il mondo”, raddrizzare almeno la nostra storia locale.
Credo pertanto che occuparsi delle “cose comuni” sia non solo importante ma, ora più che mai, necessario. Se non lo facciamo noi ci sarà qualche altro che lo farà al posto nostro e, visti i presupposti, non tanto in vista di un “bene comune” ma per altri interessi.
Se poi siamo animati anche da altri valori - come la fede - l’impegno sociale e politico è non solo necessario ma anche urgente. Credo che costruire una “città a misura d’uomo” sia più che mai urgente.
Cosa significa amministrare un Comune come Caldiero?
Caldiero è un Comune dell’est veronese, di medie dimensioni, caratterizzato da una grande mobilità: su ottomila abitanti abbiamo un ricambio annuo di residenti del 9%, con circa 360 nuovi residenti e 350 persone che lasciano annualmente il paese. Il 13% dei residenti sono inoltre stranieri.
A partite dagli anni ottanta il paese ha assunto una connotazione prettamente residenziale e circa un terzo dei residenti non è originario da Caldiero. Questo ha indebolito il tessuto sociale e relazionale del paese.
La frazione Caldierino ha mantenuto una dimensione comunitaria mentre il centro storico e le frazioni Strà e Vago presentano difficoltà, anche perché le ultime due sono comunità condivise con i Comuni vicini.
Amministrare un paese con un terzo dei cittadini che non vive il paese è pertanto una sfida. Possiamo dire che molti residenti il paese è un dormitorio, avendo mantenuto lavoro e relazioni nei paesi della periferia cittadina.
Caldiero però vanta una storia importante per la sua collocazione geografica lungo la ex via Postumia e per la presenza delle Terme di Giunone ed è un paese relativamente giovane con un’età media di 43 anni.
Per questo amministrare Caldiero è per noi sia una sfida che un onore: sfida perché dobbiamo anticipare i problemi, onore perché abbiamo ereditato una storia importante che vede il paese abitato fin della preistoria, con un complesso termale noto fin dal Rinascimento e luogo dove è nata la storia di Giulietta e Romeo.
Un passato importante per un paese ancora rurale fino ad alcuni decenni fa, ora centro residenziale e crocevia turistico dell’est veronese. Le Terme di Giunone infatti sono la principale realtà ricettiva del territorio con duecentomila presenze estive mentre la promozione della squadra di calcio in serie C ha portato Caldiero alla ribalta sportiva nazionale.
Sindaco, ci parli della sua Squadra e di questa esperienza amministrativa
Siamo un gruppo civico che dal 1998, con varie vicende ed esperienze, amministra il paese. Siamo nati dalla convergenza di persone impegnate nel sociale, nell’associazionismo e nelle parrocchie su un progetto comune di paese, andando oltre le connotazioni partitiche di centro, sinistra e destra di ciascuno.
Nel 2012 a seguito della scelta di alcuni autorevoli componenti della lista civica del 1998 di “correre autonomamente” abbiamo creato un comitato civico che già nel nome “al centro Caldiero” si caratterizza: il paese è il nostro solo interesse, senza compromessi con i partiti. Io sono dal 1998 a servizio del paese, prima come capogruppo di maggioranza (1998-2002) poi come presidente dell’azienda Terme (2003-1017) e infine, dal 2017 ad oggi, come Sindaco.
Fortunatamente in questi otto anni di amministrazione ci siamo tenuti liberi dai condizionamenti dalle segreterie di partito e abbiamo una squadra amministrativa relativamente giovane, con persone provenienti da varie esperienze associative. Dal 2022 abbiamo avviato una collaborazione con tutti consiglieri comunali, grazie anche alla disponibilità data dagli eletti nell’altra lista per il bene del paese. I provvedimenti da prendere vengono discussi preventivamente assieme e questo ci permette di arrivare a decisioni condivise e ponderate.
In questi otto anni abbiamo vissuto molte difficoltà: nel 2017 siamo stati eletti in attesa di un referendum sulla fusione con il vicino comune di Belfiore, bocciato dai cittadini nell’autunno 2017. Poi abbiamo attraversato un triennio di forte contrapposizione con una minoranza caratterizzata da una forte identità partitica, che su ogni questione presentava esposti. Abbiamo poi dovuto affrontare le difficoltà sociali ed amministrative del Covid e le conseguenze di alcuni nubifragi con allagamenti di case e infrastrutture.
Abbiamo dovuto opporci ad un insediamento di trattamento di rifiuti in corso di autorizzazione da parte della Provincia mentre stiamo vigilando attivamente sui cantieri della TAV che stanno sconvolgendo il nostro territorio. Otto anni intensi, combattuti, ma carichi di soddisfazioni e di relazioni umane.
Attualmente in Consiglio comunale sono ben 8 i consiglieri che per la prima volta amministrano il paese: questo perché abbiamo voluto un ricambio nella compagine amministrativa per aprire al futuro il paese. Questo anche a scapito di qualche pacchetto di voti consolidati.
La sfida resta quella di ridare una dimensione comunitaria ad un paese “dormitorio”.
BENE COMUNE: è sulla bocca di tutti, ma cosa significa nel concreto
Con una battuta mi viene da dire che il “bene comune” significa, purtroppo, non accontentare completamente nessuno: infatti “bene comune” è il bene di tutti e non il bene di qualcuno.
In concreto è proporre e fare iniziative non a vantaggio di un gruppo specifico di cittadini ma per il bene dell’intero paese. Cosa molto difficile perché a fare richieste spesso sono solo i gruppi organizzati, le categorie economiche, le grandi famiglie… Per perseguire il “bene comune” è necessario fare discernimento, non seguire le emozioni e le pressioni.
Faccio sempre l’esempio delle opere pubbliche: asfalto la via principale del paese che mi viene richiesta quotidianamente al bar o - come fatto - rafforzo sismicamente la scuola primaria con un’opera che nessuno vede e che non porta voti?
I piccoli comuni in Rete: speranze e realtà
Dal 2017 abbiamo promosso, nell’est veronese. la collaborazione tra Comuni che passa in primo luogo dall’incontro tra Sindaci.
Come Sindaci della Val d’Illasi stiamo portando lavorando assieme sia per la realizzazione di opere importanti come la ciclabile della valle, sia per difendere il presidio ospedaliero. Ci troviamo quasi mensilmente e questo accanto all’impegno dei 5 Comuni che costituiscono l’Unione di Comuni alla quale sono affidati alcuni servizi come il sociale e la polizia Locale.
La cosa più importante però è aver creato un clima di collaborazione e di fiducia reciproca, che sta portando al superamento del campanilismo.

Creare “rete” aiuta innanzi tutto a superare le diffidenze e poi evita di fare lavoro in più: se il Comune vicino ha preso un determinato provvedimento lo analizziamo assieme e lo applichiamo.
Assieme è più efficace che da soli, anche se - direbbero i “vecchi” politicanti - perdi “visibilità” politica. ma ottieni risultati per i cittadini.
Altra “rete” di cui facciamo parte è quella dei comuni amici della Famiglia.
Un’esperienza speciale: Il Cammino di Santiago
Qui entriamo nel personale. Quando ho la necessità di riflettere sul futuro mi ritrovo a fare il pellegrino.
Da più di dieci anni, almeno annualmente, mi ritaglio alcuni giorni per mettermi in cammino. Mi serve per ritrovare me stesso, per mettere ordine nei miei pensieri e nei miei sogni. Sono arrivato a Santiago otto volte, percorrendo la parte finale dei principali Cammini. Il mese scorso ho concluso nuovamente il Cammino Francese, attraversando l’altopiano delle Mesetas.
Ho scoperto una grande affinità tra il cammino ed il servizio di Sindaco: in ambedue le esperienze hai una meta da raggiungere, spesso cammini con persone che non conosci bene, di cui impari a fidarti. Hai un obiettivo comune che condividi e questo crea un legame forte. In ambedue le esperienze sai che devi far conto solo su poche risorse e che devi seguire la strada giusta.
Non sai bene cosa comporta la tappa del cammino che percorri come non conosci le insidie e le soddisfazioni che amministrare comporta ma vai avanti comunque, verso un punto di arrivo.

Quando sei in Cammino sai di avere l’indispensabile per vivere nello zaino e sai che il peso delle cose “meno necessarie” ti rallenta il passo.
Amministrando ti rendi invece conto che seguire proposte o idee non fattibili ti distoglie dal raggiungere gli obiettivi che i cittadini ti hanno affidato con il loro consenso.
Fare il Cammino, che sia verso Santiago, sulla via Francigena verso Roma o verso Assisi mi aiuta anche a capire che non sono un “fenomeno,” ovvero che ripercorro un sentiero che da centinaia di anni è stato percorso da milioni di pellegrini. Per similitudine anche amministrare significa rendersi conto che prendersi cura di una comunità è ciò che hanno fatto altri amministratori prima di me e che altri lo faranno dopo di me. L’importante è quindi avere chiara la meta, seguire un percorso e non restare fermi!