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31
March
2020

Giovani e Politica

Matteo Massari
Matteo Massari

Troppo spesso, purtroppo, accostare la parola giovani e la parola politica (a tutti i livelli) è quasi ossimorico.

In un Paese dove l’aspettativa di vita è sempre più alta, dove la natalità è poco incentivata e dove ogni anno tantissimi giovani emigrano all'estero per poter sperare in un futuro che rispecchi i propri desideri e le proprie inclinazioni, è quasi fisiologico che la nostra realtà non possa essere “giovane”.

La Politica, essendo essa la tecnica di governo della società, non può che vivere lo stesso problema che ormai da anni il nostro Paese riscontra in ogni ambito degli apparati del suo funzionamento.

Nelle istituzioni dove, teoricamente, bisognerebbe pensare a delle soluzioni per risolvere dei problemi che sono presenti nella quotidianità di ciascuno di noi, dove si dovrebbe progettare il futuro di un Comune, di una Città o dello Stato stesso, manca il contributo della parte di società che dovrà vivere il futuro e progettarne dell’altro sempre (sperando) migliore, cioè noi giovani.

Vista da questa prospettiva la situazione è paradossale: è come se ognuno di noi dovesse andare ad abitare in una casa nuova, progettabile in ogni dettaglio secondo la nostra fantasia e secondo le nostre utilità, che viene invece pensata e creata da una terza persona che non ci chiede se preferiamo le mattonelle al parquet, se preferiamo un divano in pelle anziché un divano in stoffa, se preferiamo avere le pareti della nostra stanza di un colore piuttosto che di un altro.

Sareste contenti di andare a vivere in una casa così, senza aver contribuito nemmeno in minima parte a crearla secondo i vostri gusti e secondo le vostre aspettative?

Sarebbe sbagliato scaricare tutta la colpa della mancanza di noi giovani nelle istituzioni a chi oggi ricopre i ruoli decisionali nella nostra democrazia, anche se sicuramente a tutti i livelli si dovrebbe fare di più per permetterci di esprimere le nostre opinioni e “toccare palla” perlomeno sugli argomenti che ci riguardano.

Degli esempi che mi hanno formato moltissimo sono stati l'avere vissuto l'esperienza di Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi negli anni delle scuole medie e ad essere prima Rappresentante di Classe e poi di Istituto negli anni successivi.

Queste esperienze ti insegnano cosa significhi vivere in una comunità scolastica, ad essere sensibile ai problemi delle persone che passano con te la maggior parte della giornata, a capire che nel mondo non si è soli e che quindi è importante avere cura di ciò che ci circonda. E ci insegnano anche che, se qualcosa non ci va bene, è possibile cambiare, proporre e migliorare la realtà intorno a noi.

Io credo che si debba ripartire dalla scuola anche per coltivare quel senso civico, quella coscienza politica e quella voglia di mettersi al servizio degli altri per portare un contributo, al fine di lasciare un segno nel mondo da creare. E quindi è importante che le scuole organizzino, accanto all'attività prettamente didattica, delle esperienze improntate a farci capire che ognuno di noi lascia il proprio segno nella comunità, e che è più importante essere protagonisti e creatori del nostro futuro piuttosto che accettarne uno preconfezionato in modo totalmente passivo.

Perché poi, a cascata, queste esperienze che si possono fare nei periodi della scuola ci fanno conoscere meglio noi stessi, le nostre passioni e le nostre attitudini.

Proprio per queste ragioni ho partecipato con entusiasmo ad una campagna elettorale nel mio Comune per poter essere “attore” delle scelte che riguardano la nostra comunità e per poter dare il mio contributo per progettare il futuro intorno a me, intorno a noi.

Un invito ai tanti miei coetanei vuol essere quello di non essere timidi, di proporsi, di fare tante esperienze diverse, di coltivare delle passioni e di trasformarle in risorse per la comunità, perché in questo modo tutti ne usciremo un po’ più arricchiti.

Siamo unici in questo mondo ed è unico anche il contributo che ognuno di noi può dare.

31
March
2020

Giovani e Politica

Matteo Massari
Matteo Massari

🤝 Collaboratori

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📝 Descrizione del Progetto

Troppo spesso, purtroppo, accostare la parola giovani e la parola politica (a tutti i livelli) è quasi ossimorico.

In un Paese dove l’aspettativa di vita è sempre più alta, dove la natalità è poco incentivata e dove ogni anno tantissimi giovani emigrano all'estero per poter sperare in un futuro che rispecchi i propri desideri e le proprie inclinazioni, è quasi fisiologico che la nostra realtà non possa essere “giovane”.

La Politica, essendo essa la tecnica di governo della società, non può che vivere lo stesso problema che ormai da anni il nostro Paese riscontra in ogni ambito degli apparati del suo funzionamento.

Nelle istituzioni dove, teoricamente, bisognerebbe pensare a delle soluzioni per risolvere dei problemi che sono presenti nella quotidianità di ciascuno di noi, dove si dovrebbe progettare il futuro di un Comune, di una Città o dello Stato stesso, manca il contributo della parte di società che dovrà vivere il futuro e progettarne dell’altro sempre (sperando) migliore, cioè noi giovani.

Vista da questa prospettiva la situazione è paradossale: è come se ognuno di noi dovesse andare ad abitare in una casa nuova, progettabile in ogni dettaglio secondo la nostra fantasia e secondo le nostre utilità, che viene invece pensata e creata da una terza persona che non ci chiede se preferiamo le mattonelle al parquet, se preferiamo un divano in pelle anziché un divano in stoffa, se preferiamo avere le pareti della nostra stanza di un colore piuttosto che di un altro.

Sareste contenti di andare a vivere in una casa così, senza aver contribuito nemmeno in minima parte a crearla secondo i vostri gusti e secondo le vostre aspettative?

Sarebbe sbagliato scaricare tutta la colpa della mancanza di noi giovani nelle istituzioni a chi oggi ricopre i ruoli decisionali nella nostra democrazia, anche se sicuramente a tutti i livelli si dovrebbe fare di più per permetterci di esprimere le nostre opinioni e “toccare palla” perlomeno sugli argomenti che ci riguardano.

Degli esempi che mi hanno formato moltissimo sono stati l'avere vissuto l'esperienza di Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi negli anni delle scuole medie e ad essere prima Rappresentante di Classe e poi di Istituto negli anni successivi.

Queste esperienze ti insegnano cosa significhi vivere in una comunità scolastica, ad essere sensibile ai problemi delle persone che passano con te la maggior parte della giornata, a capire che nel mondo non si è soli e che quindi è importante avere cura di ciò che ci circonda. E ci insegnano anche che, se qualcosa non ci va bene, è possibile cambiare, proporre e migliorare la realtà intorno a noi.

Io credo che si debba ripartire dalla scuola anche per coltivare quel senso civico, quella coscienza politica e quella voglia di mettersi al servizio degli altri per portare un contributo, al fine di lasciare un segno nel mondo da creare. E quindi è importante che le scuole organizzino, accanto all'attività prettamente didattica, delle esperienze improntate a farci capire che ognuno di noi lascia il proprio segno nella comunità, e che è più importante essere protagonisti e creatori del nostro futuro piuttosto che accettarne uno preconfezionato in modo totalmente passivo.

Perché poi, a cascata, queste esperienze che si possono fare nei periodi della scuola ci fanno conoscere meglio noi stessi, le nostre passioni e le nostre attitudini.

Proprio per queste ragioni ho partecipato con entusiasmo ad una campagna elettorale nel mio Comune per poter essere “attore” delle scelte che riguardano la nostra comunità e per poter dare il mio contributo per progettare il futuro intorno a me, intorno a noi.

Un invito ai tanti miei coetanei vuol essere quello di non essere timidi, di proporsi, di fare tante esperienze diverse, di coltivare delle passioni e di trasformarle in risorse per la comunità, perché in questo modo tutti ne usciremo un po’ più arricchiti.

Siamo unici in questo mondo ed è unico anche il contributo che ognuno di noi può dare.

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