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2
November
2025

ISEE, un’occasione da non sprecare per una vera riforma della giustizia sociale

Il prof. Federico Perali analizza i limiti strutturali dell’attuale indicatore e le opportunità di una revisione più equa e trasparente

Federico Perali
Federico Perali
Redazione CdC
Redazione CdC

NdR: In questi articolo tutte le fotografie sono relative al litorale gardesano di Castelnuovo del Garda, e sono state gentilmente concesse da "Vivere Castelnuovo" (https://www.facebook.com/p/Vivere-Castelnuovo-61565941940592/).

Parte prima: L’ISEE (a cura della Redazione CdC)

Che cos’è l’ISEE e a cosa serve

L’ISEE – Indicatore della Situazione Economica Equivalente – è lo strumento che misura la condizione economica delle famiglie in Italia. Tiene conto dei redditi, dei patrimoni (mobiliare e immobiliare) e delle caratteristiche del nucleo familiare, come numerosità e composizione.

L’idea di base è positiva: consentire di riconoscere benefici economici e servizi in base alla reale capacità economica delle famiglie, garantendo in linea di principio una distribuzione più equa delle risorse pubbliche.

I limiti strutturali dell’attuale ISEE

Nonostante le buone intenzioni, l’ISEE presenta criticità nei suoi tre elementi fondamentali:

  • ISR (Indicatore della Situazione Reddituale),
  • ISP (Indicatore della Situazione Patrimoniale),
  • SE (Scala di Equivalenza).

La formula di sintesi è:

ISEE = (ISR + 0,2 × ISP) / SE

(Per semplicità non sono riportate le franchigie su reddito e patrimonio.)

Le criticità nel calcolo del reddito e del patrimonio

ISR: i redditi non ufficiali o difficilmente tracciabili restano esclusi, e questo rende l’indicatore meno realistico.

ISP: il patrimonio viene moltiplicato per 0,2, cioè si considera solo il 20% del suo valore. Questo criterio, come vedremo, è inadeguato e produce effetti iniqui.

SE: la Scala di Equivalenza utilizzata è la cosiddetta Scala Carbonaro, oggi obsoleta perché considera solo i costi di mantenimento e non i veri costi di vita legati alla composizione familiare.

L'esperienza del Fattore Famiglia Comunale

Per superare i limiti dell’attuale ISEE, il gruppo di studio dell’Università di Verona diretto dal prof. Perali, insieme ad AFI e Forum delle Associazioni Familiari, ha sviluppato – in collaborazione con i Comuni di Castelnuovo del Garda (capofila), Zevio e Nogarole Rocca – il Fattore Famiglia Comunale (FFC).

Questo strumento, oggi adottato da diversi comuni, da Regione Veneto e Regione Lazio, corregge l’ISEE per garantire maggiore equità nell’accesso ai servizi locali a domanda individuale.

per approfondire, vedi l'articolo https://www.casadeicittadini.it/notizie-progetti/il-fattore-famiglia-comunale-equita-e-concretezza-per-i-servizi-locali

L’evoluzione normativa e la nuova riforma in arrivo

L’ISEE è stato introdotto nel 1998 e modificato nel 2013, con entrata in vigore nel gennaio 2015.

Questa revisione, però, fu realizzata senza tenere conto delle osservazioni delle famiglie, soprattutto di quelle con componenti fragili.

Oggi il Governo sta lavorando a una nuova revisione, concentrandosi in particolare sul rapporto tra ISEE e prima casa. Su questo tema abbiamo chiesto un commento al prof. Federico Perali.

Parte seconda: ISEE e prima casa – un nodo strutturale, non solo tecnico

Una riforma che riguarda pochi, ma conta per tutti

Il dibattito sulla revisione dell’ISEE, rilanciato da Il Sole 24 Ore il 20 ottobre 2025, si concentra sulla possibile esclusione della prima casa dal calcolo dell’indicatore.

Le stime dicono che la misura interesserebbe solo il 14,3% delle famiglie: il 49,5% possiede un’abitazione principale e, tra queste, meno di un terzo ha un valore catastale compreso tra 52.500 e 100.000 euro.

L’impatto, dunque, sarebbe limitato. Ma la questione è soprattutto concettuale, non numerica.

Federico Perali è professore ordinario di Politica Economica presso l’Università di Verona. Ha conseguito un dottorato presso l’Università del Wisconsin. È stato consulente della Banca Mondiale, Banca Europea degli Investimenti, FAO, OECD, Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, Unicef, Commissione per la Povertà, Ismea e Telecom Italia.È membro del comitato scientifico del Centro Studi Interuniversitario CHILD (Center for Household, Income, Labor and Demographics), del Centro International per lo Sviluppo Economico (ICID) e del “Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia” dell’Università Cattolica di Milano.

Perché lo 0,2 sul patrimonio non ha più senso

Il coefficiente patrimoniale dello 0,2 deriva da un vecchio meccanismo di compensazione contro la sotto-dichiarazione dei beni, oggi superato: lo Stato può ormai accertare i patrimoni con grande precisione.

Una riforma coerente dovrebbe guardare alla logica del reddito corrente, come proposto da Brandolini, Magri e Smeeding (Journal of Policy Analysis and Management, 2010): il patrimonio andrebbe tradotto in un flusso potenziale di reddito, calcolato con il tasso d’interesse reale (circa 0,02 secondo la BCE).

Non si tratta di “tassare la casa”, ma di riconoscere una diversa capacità di resilienza economica tra chi possiede beni e chi no.

Due vantaggi di un ISEE riformato secondo logica economica

1. Maggiore equità tra famiglie

Due famiglie con redditi simili ma condizioni patrimoniali diverse devono essere trattate in modo differente. L’attuale ISEE non coglie questa distinzione, generando disparità nell’accesso ai servizi.

2. Allineamento tra ISEE e soglia di povertà

Legare l’ISEE al reddito equivalente permetterebbe di fissare soglie più chiare e omogenee tra territori, riducendo disuguaglianze e semplificando l’amministrazione pubblica.

Scala di equivalenza e disabilità: una riforma confusa

La proposta di revisione interviene anche sulla Scala di Equivalenza, ma elimina la franchigia differenziata per grado di disabilità, sostituendola con un incremento uniforme di 0,50.

Questa scelta ignora le differenze reali tra situazioni di disabilità media, grave e non autosufficienza, risultando metodologicamente incoerente e sostanzialmente iniqua.

Perché non valorizzare le buone pratiche locali?

Colpisce il fatto che il Governo non tenga conto delle sperimentazioni realizzate con il Fattore Famiglia Comunale.

Questo strumento, nato proprio per segnalare al livello centrale le buone pratiche locali, dimostra come piccole amministrazioni – come Castelnuovo del Garda – abbiano saputo innovare con spirito di servizio pubblico.

Ignorare queste esperienze significa perdere un’occasione di democrazia partecipativa e di confronto tra i diversi livelli di governo.

Verso un ISEE più semplice, trasparente e giusto

Serve una riforma radicale che elimini la giungla di franchigie e detrazioni, restituendo chiarezza e trasparenza allo strumento.

Un ISEE comprensibile e coerente può rafforzare la fiducia dei cittadini e rendere più efficace la redistribuzione delle risorse.

Oggi, purtroppo, la revisione in corso appare come un’altra occasione mancata per costruire un welfare più equo, partecipato e aderente ai bisogni reali delle famiglie.

2
November
2025

ISEE, un’occasione da non sprecare per una vera riforma della giustizia sociale

Il prof. Federico Perali analizza i limiti strutturali dell’attuale indicatore e le opportunità di una revisione più equa e trasparente

Federico Perali
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Redazione CdC
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NdR: In questi articolo tutte le fotografie sono relative al litorale gardesano di Castelnuovo del Garda, e sono state gentilmente concesse da "Vivere Castelnuovo" (https://www.facebook.com/p/Vivere-Castelnuovo-61565941940592/).

Parte prima: L’ISEE (a cura della Redazione CdC)

Che cos’è l’ISEE e a cosa serve

L’ISEE – Indicatore della Situazione Economica Equivalente – è lo strumento che misura la condizione economica delle famiglie in Italia. Tiene conto dei redditi, dei patrimoni (mobiliare e immobiliare) e delle caratteristiche del nucleo familiare, come numerosità e composizione.

L’idea di base è positiva: consentire di riconoscere benefici economici e servizi in base alla reale capacità economica delle famiglie, garantendo in linea di principio una distribuzione più equa delle risorse pubbliche.

I limiti strutturali dell’attuale ISEE

Nonostante le buone intenzioni, l’ISEE presenta criticità nei suoi tre elementi fondamentali:

  • ISR (Indicatore della Situazione Reddituale),
  • ISP (Indicatore della Situazione Patrimoniale),
  • SE (Scala di Equivalenza).

La formula di sintesi è:

ISEE = (ISR + 0,2 × ISP) / SE

(Per semplicità non sono riportate le franchigie su reddito e patrimonio.)

Le criticità nel calcolo del reddito e del patrimonio

ISR: i redditi non ufficiali o difficilmente tracciabili restano esclusi, e questo rende l’indicatore meno realistico.

ISP: il patrimonio viene moltiplicato per 0,2, cioè si considera solo il 20% del suo valore. Questo criterio, come vedremo, è inadeguato e produce effetti iniqui.

SE: la Scala di Equivalenza utilizzata è la cosiddetta Scala Carbonaro, oggi obsoleta perché considera solo i costi di mantenimento e non i veri costi di vita legati alla composizione familiare.

L'esperienza del Fattore Famiglia Comunale

Per superare i limiti dell’attuale ISEE, il gruppo di studio dell’Università di Verona diretto dal prof. Perali, insieme ad AFI e Forum delle Associazioni Familiari, ha sviluppato – in collaborazione con i Comuni di Castelnuovo del Garda (capofila), Zevio e Nogarole Rocca – il Fattore Famiglia Comunale (FFC).

Questo strumento, oggi adottato da diversi comuni, da Regione Veneto e Regione Lazio, corregge l’ISEE per garantire maggiore equità nell’accesso ai servizi locali a domanda individuale.

per approfondire, vedi l'articolo https://www.casadeicittadini.it/notizie-progetti/il-fattore-famiglia-comunale-equita-e-concretezza-per-i-servizi-locali

L’evoluzione normativa e la nuova riforma in arrivo

L’ISEE è stato introdotto nel 1998 e modificato nel 2013, con entrata in vigore nel gennaio 2015.

Questa revisione, però, fu realizzata senza tenere conto delle osservazioni delle famiglie, soprattutto di quelle con componenti fragili.

Oggi il Governo sta lavorando a una nuova revisione, concentrandosi in particolare sul rapporto tra ISEE e prima casa. Su questo tema abbiamo chiesto un commento al prof. Federico Perali.

Parte seconda: ISEE e prima casa – un nodo strutturale, non solo tecnico

Una riforma che riguarda pochi, ma conta per tutti

Il dibattito sulla revisione dell’ISEE, rilanciato da Il Sole 24 Ore il 20 ottobre 2025, si concentra sulla possibile esclusione della prima casa dal calcolo dell’indicatore.

Le stime dicono che la misura interesserebbe solo il 14,3% delle famiglie: il 49,5% possiede un’abitazione principale e, tra queste, meno di un terzo ha un valore catastale compreso tra 52.500 e 100.000 euro.

L’impatto, dunque, sarebbe limitato. Ma la questione è soprattutto concettuale, non numerica.

Federico Perali è professore ordinario di Politica Economica presso l’Università di Verona. Ha conseguito un dottorato presso l’Università del Wisconsin. È stato consulente della Banca Mondiale, Banca Europea degli Investimenti, FAO, OECD, Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, Unicef, Commissione per la Povertà, Ismea e Telecom Italia.È membro del comitato scientifico del Centro Studi Interuniversitario CHILD (Center for Household, Income, Labor and Demographics), del Centro International per lo Sviluppo Economico (ICID) e del “Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia” dell’Università Cattolica di Milano.

Perché lo 0,2 sul patrimonio non ha più senso

Il coefficiente patrimoniale dello 0,2 deriva da un vecchio meccanismo di compensazione contro la sotto-dichiarazione dei beni, oggi superato: lo Stato può ormai accertare i patrimoni con grande precisione.

Una riforma coerente dovrebbe guardare alla logica del reddito corrente, come proposto da Brandolini, Magri e Smeeding (Journal of Policy Analysis and Management, 2010): il patrimonio andrebbe tradotto in un flusso potenziale di reddito, calcolato con il tasso d’interesse reale (circa 0,02 secondo la BCE).

Non si tratta di “tassare la casa”, ma di riconoscere una diversa capacità di resilienza economica tra chi possiede beni e chi no.

Due vantaggi di un ISEE riformato secondo logica economica

1. Maggiore equità tra famiglie

Due famiglie con redditi simili ma condizioni patrimoniali diverse devono essere trattate in modo differente. L’attuale ISEE non coglie questa distinzione, generando disparità nell’accesso ai servizi.

2. Allineamento tra ISEE e soglia di povertà

Legare l’ISEE al reddito equivalente permetterebbe di fissare soglie più chiare e omogenee tra territori, riducendo disuguaglianze e semplificando l’amministrazione pubblica.

Scala di equivalenza e disabilità: una riforma confusa

La proposta di revisione interviene anche sulla Scala di Equivalenza, ma elimina la franchigia differenziata per grado di disabilità, sostituendola con un incremento uniforme di 0,50.

Questa scelta ignora le differenze reali tra situazioni di disabilità media, grave e non autosufficienza, risultando metodologicamente incoerente e sostanzialmente iniqua.

Perché non valorizzare le buone pratiche locali?

Colpisce il fatto che il Governo non tenga conto delle sperimentazioni realizzate con il Fattore Famiglia Comunale.

Questo strumento, nato proprio per segnalare al livello centrale le buone pratiche locali, dimostra come piccole amministrazioni – come Castelnuovo del Garda – abbiano saputo innovare con spirito di servizio pubblico.

Ignorare queste esperienze significa perdere un’occasione di democrazia partecipativa e di confronto tra i diversi livelli di governo.

Verso un ISEE più semplice, trasparente e giusto

Serve una riforma radicale che elimini la giungla di franchigie e detrazioni, restituendo chiarezza e trasparenza allo strumento.

Un ISEE comprensibile e coerente può rafforzare la fiducia dei cittadini e rendere più efficace la redistribuzione delle risorse.

Oggi, purtroppo, la revisione in corso appare come un’altra occasione mancata per costruire un welfare più equo, partecipato e aderente ai bisogni reali delle famiglie.

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