Ooooops!

Siamo spiacenti ma Internet Explorer non è aggiornato agli ultimi standard del Web. Per poter visualizzare correttamente questo Sito vi suggeriamo di scaricare un browser migliore.

Scarica Google Chrome
7
December
2025

La montagna, che passione!

Intervista a Marco Crema: avvocato, esploratore e innamorato delle terre alte

Marco Crema
Marco Crema
Redazione CdC
Redazione CdC

Foto di copertina: Monte Baldo verso el Coal Santo sotto Cima Costabella

Marco, ci racconti qualcosa di te

«Faccio l’avvocato, ma prima di tutto sono un viaggiatore e un esploratore. In particolare sono innamorato delle terre alte e un grande appassionato di sci. Mi piace praticare l’alpinismo e l’arrampicata, ma più di ogni altra cosa amo lo scialpinismo. Negli anni ho avuto la fortuna di raggiungere numerose vette – famose o sconosciute, in Italia o all’estero – per poi scendere con gli sci su nevi immacolate, a volte ripetendo discese che un tempo erano considerate di sci estremo.»

Marco Crema sul Vierge (Monte Bianco - Bacino del Gigante)

La montagna come metafora della vita

«Forse questo è il vero motivo per cui amo la montagna: non regala nulla, mai. Anzi, spesso chiede tributi molto alti. Eppure sa donare emozioni indescrivibili.

Mi sono chiesto tante volte se quelle ore di fatica, l’esposizione al vuoto e i rischi valessero davvero la pena. Finora la risposta è sempre stata sì. Le alzatacce, il freddo, i polmoni che bruciano nelle interminabili salite: ogni volta tutto questo mi lascia qualcosa di importante.

La vetta – o comunque il raggiungimento di un obiettivo – ripaga di tutto. L’ambiente severo della montagna amplifica ciò che accade nella vita: non esistono scorciatoie, solo costanza, disciplina e fatica. Ma sono proprio queste a portare ai risultati più incredibili.»

Traversata della Marmolada con gli sci - calata da forcella Marmolada

L’importanza della preparazione e della consapevolezza

«Non sono un grande amante dell’alta quota estrema, dove l’aria manca e il fisico fatica ad acclimatarsi. Però procedere su un ghiacciaio con i ramponi ai piedi, in cordata con qualche buon amico, può essere meraviglioso. In quota amo soprattutto arrampicare sullo splendido granito delle creste del massiccio del Monte Bianco. Anche se non affronto itinerari particolarmente estremi, la bellezza dell’ambiente mi lascia sempre attonito: ci si sente davvero piccoli.

Pianificare un’escursione richiede cura, ed è una fase che adoro. Serve programmare la logistica, definire gli obiettivi, valutare i compagni d’avventura e studiare i pericoli oggettivi. Meteo, rischio valanghe, difficoltà tecniche: tutto va considerato. Quasi sempre un’uscita di alpinismo o scialpinismo è preceduta da settimane di studio – dei bollettini, delle tracce GPS, delle condizioni – e da interminabili confronti telefonici con gli amici.

In cordata alla Capanna Margherita sul Monte Rosa

La preparazione è un tema che sento molto. Sempre più spesso gli incidenti avvengono perché i pericoli vengono sottovalutati o si parte senza allenamento adeguato o con attrezzatura insufficiente.

L’alta quota, in particolare, va affrontata disponendo sia di solide competenze tecniche sia di un’ottima capacità aerobica. La stagione sulle Alpi inizia a giugno-luglio (o a maggio con gli sci), e arrivo pronto grazie alle mie scorribande scialpinistiche invernali. Ogni anno dedico almeno sei mesi ad allenamenti specifici in palestra, da settembre in poi.»

Via di arrampicata in valle del Sarca

Dalla frenesia quotidiana alla lentezza della natura

«Vivo una vita molto frenetica, come molti. La montagna mi restituisce equilibrio, insieme alla mia famiglia. Esco spesso con amici fidati, ma talvolta sento il bisogno di qualche avventura in solitaria, soprattutto con gli sci. Mi serve per riconnettermi, per ritrovare un ritmo più umano.

Partire quando in cielo ci sono ancora le stelle, ascoltare i rumori del bosco che si risveglia, salire accompagnati solo dal proprio respiro, raggiungere una cima al sorgere del sole: sono momenti che fanno bene all’anima. E poi mettere gli sci ai piedi e lasciare la propria traccia su un pendio intonso, senza anima viva intorno… sono sensazioni difficili da spiegare.»

Nevicatina sulle Alpi giapponesi

Un viaggio che ti è rimasto nel cuore

«Recentemente ho fatto un trekking sulla costa di Baunei, in Sardegna, con passaggi alpinistici e calate in corda doppia: spettacolare. Ho avuto la fortuna di vivere esperienze avventurose anche altrove: scialpinismo su una montagna di 5.000 metri nel Caucaso georgiano, sulle Alpi Giapponesi, in Austria e in Francia.

Ma il viaggio che, forse più di tutti, resterà nel cuore è quello della scorsa primavera nella penisola di Lyngen, in Norvegia, insieme a otto amici. Il gruppo era formato da scialpinisti di ottimo livello (tranne il sottoscritto!) e abbiamo potuto affrontare salite e discese epiche, toccando l’acqua dei fiordi con gli sci ai piedi.

Trekking sulla penisola di Lyngen, in Norvegia

Lì la natura è ancora prepotente, selvaggia. Ci siamo immersi in ambienti che avevo visto soltanto nei documentari. E se le nostre ambizioni sportive sono state appagate – anche con tracciati impegnativi – non sono mancati i momenti di amicizia vera e di goliardia. Insomma: il viaggio perfetto.»

E le prossime sfide?

«Ho diverse idee che mi frullano in testa: sciare in Islanda, alle Svalbard, o magari sui vulcani del Cile… Ma non ditelo troppo in giro: mia moglie non lo sa ancora!»

7
December
2025

La montagna, che passione!

Intervista a Marco Crema: avvocato, esploratore e innamorato delle terre alte

Marco Crema
Marco Crema
Redazione CdC
Redazione CdC

🤝 Collaboratori

No items found.

📝 Descrizione del Progetto

Foto di copertina: Monte Baldo verso el Coal Santo sotto Cima Costabella

Marco, ci racconti qualcosa di te

«Faccio l’avvocato, ma prima di tutto sono un viaggiatore e un esploratore. In particolare sono innamorato delle terre alte e un grande appassionato di sci. Mi piace praticare l’alpinismo e l’arrampicata, ma più di ogni altra cosa amo lo scialpinismo. Negli anni ho avuto la fortuna di raggiungere numerose vette – famose o sconosciute, in Italia o all’estero – per poi scendere con gli sci su nevi immacolate, a volte ripetendo discese che un tempo erano considerate di sci estremo.»

Marco Crema sul Vierge (Monte Bianco - Bacino del Gigante)

La montagna come metafora della vita

«Forse questo è il vero motivo per cui amo la montagna: non regala nulla, mai. Anzi, spesso chiede tributi molto alti. Eppure sa donare emozioni indescrivibili.

Mi sono chiesto tante volte se quelle ore di fatica, l’esposizione al vuoto e i rischi valessero davvero la pena. Finora la risposta è sempre stata sì. Le alzatacce, il freddo, i polmoni che bruciano nelle interminabili salite: ogni volta tutto questo mi lascia qualcosa di importante.

La vetta – o comunque il raggiungimento di un obiettivo – ripaga di tutto. L’ambiente severo della montagna amplifica ciò che accade nella vita: non esistono scorciatoie, solo costanza, disciplina e fatica. Ma sono proprio queste a portare ai risultati più incredibili.»

Traversata della Marmolada con gli sci - calata da forcella Marmolada

L’importanza della preparazione e della consapevolezza

«Non sono un grande amante dell’alta quota estrema, dove l’aria manca e il fisico fatica ad acclimatarsi. Però procedere su un ghiacciaio con i ramponi ai piedi, in cordata con qualche buon amico, può essere meraviglioso. In quota amo soprattutto arrampicare sullo splendido granito delle creste del massiccio del Monte Bianco. Anche se non affronto itinerari particolarmente estremi, la bellezza dell’ambiente mi lascia sempre attonito: ci si sente davvero piccoli.

Pianificare un’escursione richiede cura, ed è una fase che adoro. Serve programmare la logistica, definire gli obiettivi, valutare i compagni d’avventura e studiare i pericoli oggettivi. Meteo, rischio valanghe, difficoltà tecniche: tutto va considerato. Quasi sempre un’uscita di alpinismo o scialpinismo è preceduta da settimane di studio – dei bollettini, delle tracce GPS, delle condizioni – e da interminabili confronti telefonici con gli amici.

In cordata alla Capanna Margherita sul Monte Rosa

La preparazione è un tema che sento molto. Sempre più spesso gli incidenti avvengono perché i pericoli vengono sottovalutati o si parte senza allenamento adeguato o con attrezzatura insufficiente.

L’alta quota, in particolare, va affrontata disponendo sia di solide competenze tecniche sia di un’ottima capacità aerobica. La stagione sulle Alpi inizia a giugno-luglio (o a maggio con gli sci), e arrivo pronto grazie alle mie scorribande scialpinistiche invernali. Ogni anno dedico almeno sei mesi ad allenamenti specifici in palestra, da settembre in poi.»

Via di arrampicata in valle del Sarca

Dalla frenesia quotidiana alla lentezza della natura

«Vivo una vita molto frenetica, come molti. La montagna mi restituisce equilibrio, insieme alla mia famiglia. Esco spesso con amici fidati, ma talvolta sento il bisogno di qualche avventura in solitaria, soprattutto con gli sci. Mi serve per riconnettermi, per ritrovare un ritmo più umano.

Partire quando in cielo ci sono ancora le stelle, ascoltare i rumori del bosco che si risveglia, salire accompagnati solo dal proprio respiro, raggiungere una cima al sorgere del sole: sono momenti che fanno bene all’anima. E poi mettere gli sci ai piedi e lasciare la propria traccia su un pendio intonso, senza anima viva intorno… sono sensazioni difficili da spiegare.»

Nevicatina sulle Alpi giapponesi

Un viaggio che ti è rimasto nel cuore

«Recentemente ho fatto un trekking sulla costa di Baunei, in Sardegna, con passaggi alpinistici e calate in corda doppia: spettacolare. Ho avuto la fortuna di vivere esperienze avventurose anche altrove: scialpinismo su una montagna di 5.000 metri nel Caucaso georgiano, sulle Alpi Giapponesi, in Austria e in Francia.

Ma il viaggio che, forse più di tutti, resterà nel cuore è quello della scorsa primavera nella penisola di Lyngen, in Norvegia, insieme a otto amici. Il gruppo era formato da scialpinisti di ottimo livello (tranne il sottoscritto!) e abbiamo potuto affrontare salite e discese epiche, toccando l’acqua dei fiordi con gli sci ai piedi.

Trekking sulla penisola di Lyngen, in Norvegia

Lì la natura è ancora prepotente, selvaggia. Ci siamo immersi in ambienti che avevo visto soltanto nei documentari. E se le nostre ambizioni sportive sono state appagate – anche con tracciati impegnativi – non sono mancati i momenti di amicizia vera e di goliardia. Insomma: il viaggio perfetto.»

E le prossime sfide?

«Ho diverse idee che mi frullano in testa: sciare in Islanda, alle Svalbard, o magari sui vulcani del Cile… Ma non ditelo troppo in giro: mia moglie non lo sa ancora!»

Documenti di riferimento

Potrebbe Interessarti