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20
July
2025

Ma la Patria non vi dimentica!

Un cammino tra le tombe del cimitero di Castelnuovo del Garda per riscoprire il valore della memoria e l’eredità di chi ci ha preceduto.

Chiara Trotti
Chiara Trotti

Un video, un gesto spontaneo, una visita condivisa

All’inizio della primavera “Tourism Castelnuovo” aveva pubblicato sui canali social un video in cui, al Cimitero di Castelnuovo, avevo parlato di alcune figure importanti per il nostro paese, seppur da punti di vista diversi (https://www.facebook.com/watch/?v=1206111451128368). L’idea era nata spontaneamente, come spesso accade, per il desiderio di condividere riflessioni e pensieri con più persone.

Qualche giorno fa sono stata al cimitero con Maurizio Bernardi. Ho voluto condividere con lui alcune riflessioni e spiegare perché per me è importante mantenere vivo il legame con nostra storia, anche attraverso tali camminate tra volti del passato, non solo persone conosciute ma persone che in ogni caso hanno lasciato un segno, un ricordo nella realtà del nostro paese.

Siamo andati di pomeriggio, in una giornata estiva e calda e il silenzio del luogo riportava a quelle immagini, ormai dimenticate, di pomeriggi estivi, senza rumori, senza suoni, eccetto le cicale e il fruscio delle foglie.

Abbiamo perso, lo sappiamo, il senso della piacevolezza della solitudine e del silenzio, ci fa quasi paura, come fosse un vuoto da riempire a tutti i costi anziché un’occasione preziosa per stare con sé stessi.

Giovanni Battista Angelini: un padre per Castelnuovo

Siamo partiti, come nel video, dalla tomba della famiglia Angelini, un cancelletto cigolante che porta in un piccolo giardino, con i segni del tempo, ma suggestivo.

Il 14 aprile 2020 Maurizio Bernardi aveva pubblicato sul sito della CDC un bellissimo articolo-biografia su questa figura fondamentale per la storia castelnovese e italiana. Vi suggerisco di andare a rileggerlo (https://www.casadeicittadini.it/notizie-progetti/giovanni-battista-angelini-rinascere-dall11-aprile-1848).

Medaglione di Giovanni Battista Angelini incastonato all'interno della vecchia sede municipale di Castelnuovo

Vi invito a rileggerlo. Ma sarebbe il caso di leggere l’epigrafe:

"emulo dei martiri della Patria diede sostanze, subì il carcere... sindaco per trent'anni resse da padre il comune di Castelnuovo, di disinteressato amore alla cosa pubblica"

L’attuale sede del Municipio si trova in quella che fu la sua abitazione: sembra il giusto modo per onorarne la figura e il ruolo svolto per il bene della nostra comunità. Importa poco che non tutti lo sappiano quando superano la soglia del Comune (anche se una maggior informazione sarebbe bella e utile), ogni ingresso è, spiritualmente, un omaggio nei suoi confronti.

La lapide di Giambattista Angelini posta al centro della tomba di famiglia

Girolamo Vianini, il primo sepolto nel nuovo cimitero di Castelnuovo

Proprio sul muretto di recinzione del giardino della tomba Angelini si trova l’epigrafe che ricorda Girolamo Vianini, da pochi anni resa leggibile grazie all’intervento di mani gentili.

ChatGPT, che sembra sapere ormai tutto di tutti, deve ammettere la propria ignoranza, non lo conosce… ma l’epigrafe ci dice tutto:

"di anni 65, ottimo padre fi famiglia con una splendida processione qui fu il primo ad essere accompagnato, dieci figli riconoscenti pregano per lui, 8 novembre 1844"

Quindi, quattro anni prima dei terribili fattidell’11 aprile del 1848, il nostro Girolamo fu il primo ad essere sepolto nel nuovo cimitero di Castelnuovo, lasciando definitivamente l’antico che si trovava a fianco della chiesa antica, oggi conosciuto come Oratorio di Santa Maria.

La chiesa antica era stata edificata nel corso del XII secolo, probabilmente su un edificio religioso più antico, forse di epoca longobarda. La costruzione della nuova chiesa iniziò nel 1808 e si rese necessaria la costruzione di un nuovo cimitero.

La lapide in ricordo del primo sepolto nel nuovo cimitero: Girolamo Vianini.

Torniamo a Girolamo. Non sappiamo nulla di lui se non le parole scritte sulla stele: ci ricordano un momento pubblico - il suo funerale - ma ci ricordano anche quei dieci figli che pregano per il padre.

La letteratura antica ci lascia tante tracce del dolore dei figli per la morte dei genitori. Ne cito una, di autore anonimo conservato nella Antologia Palatina:

“qui giace un uomo amico dei figli, amico degli uomini, che i suoi figli piangono in eterno.”

È vero che è nella natura delle cose che i genitori lascino la vita prima dei figli. Ma resta quel senso di vuoto profondo che proviamo quando vengono a mancare.

Le epigrafi lungo il muro

Sarebbero tante le testimonianze e le storie che le epigrafi e le foto, a volte sbiadite, ci raccontano.

Suggerisco una sosta davanti alle epigrafi - ormai leggibili a fatica - che si trovano sulle steli tombali lungo il muro di cinta della parte vecchia del cimitero, a sinistra rispetto all’ingresso.

Chi sono?

Paolo Menegardi “falegname, per la religione e per il lavoro ebbe tempra maschia, uomo di stampo antico, in ogni suo atto scolpì il suo carattere intero, ma ahi, nell’agosto del 1890 passò”
Luigi Menegardi “sobrio, intelligente, instancabile operaio. La sacra famiglia a cui raccomandava fidente l’anima contrita, seco l’accoglieva nel regno beato, a 28 anni il primo ottobre 1885”
Adeodato Sembenini “morto per violenta malattia nella verde età di 26 anni, per sobrietà, religione e morale a tutti cari assai, per soggezione e affetto ai suoi carissimo, suffragate l’anima sua e dei suoi fratelli”
Oliosi Luigi e Giovanni “fratelli carissimi di 22 e 23 anni, 26 settembre 1885, 2 marzo 1890 , i genitori Lorenzo e Catterina posero”

sulla base della stele sembra apparire il simbolo dell’infinito.

Un legame con la memoria

In questo viaggio di parole ho desiderato portarvi di fronte alle tombe di sette persone: un deputato, cittadino stimato sindaco di Castelnuovo, che ha fatto la storia del nostro comune, un buon padre di famiglia che sarà ricordato come il primo ad essere sepolto nel cimitero e poi cinque altri cittadini castelnovesi. Di due sappiamo la professione - falegname uno, operaio l’altro (non sappiamo come e dove) - degli altri capiamo solo il vuoto che hanno lasciato con la loro scomparsa.

Come ho spiegato anche nel video, per me visitare queste tombe così antiche e inevitabilmente un po’ dimenticate, visitare i luoghi delle battaglie risorgimentali del nostro territorio, leggere nei sacrari i nomi di persone — spesso giovani — che hanno perso la vita, significa creare un legame con loro.

E permettere al loro ricordo di mantenersi.

Vista esterna e due immagini dell'interno dell'Ossario di Custoza (https://ossariocustoza.it/)

Un insegnamento familiare

L’ho imparato da bambina, quando, insieme ai miei fratelli, i miei genitori ci accompagnavano ogni tanto in queste visite. Ci ricordavano come, se da credenti abbiamo la fede che ci parla di vita eterna, da esseri umani abbiamo il dovere, con la memoria, di mantenere vivo il legame con chi ci ha lasciato.

Vite intense, ricche di momenti felici ma anche di difficoltà e sofferenze, vite a volte spezzate prematuramente, ma in ogni caso tasselli fondamentali del mosaico dell’umanità.

Una filosofia greca sviluppatasi nel III secolo A.C., lo Stoicismo definiva l’uomo come un microcosmo rispetto il macrocosmo rappresentato dall’Universo.

Noi potremmo dire: il tassello di un puzzle. Se lo perdiamo, nulla ha più senso.

Così ciascuno di noi lascia una traccia indelebile nella storia dell’umanità.

Se riflettiamo su questo aspetto possiamo capire di più l’importanza della nostra vita e, forse, possiamo ricercare maggiormente il Bene Comune.

20
July
2025

Ma la Patria non vi dimentica!

Un cammino tra le tombe del cimitero di Castelnuovo del Garda per riscoprire il valore della memoria e l’eredità di chi ci ha preceduto.

Chiara Trotti
Chiara Trotti

🤝 Collaboratori

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📝 Descrizione del Progetto

Un video, un gesto spontaneo, una visita condivisa

All’inizio della primavera “Tourism Castelnuovo” aveva pubblicato sui canali social un video in cui, al Cimitero di Castelnuovo, avevo parlato di alcune figure importanti per il nostro paese, seppur da punti di vista diversi (https://www.facebook.com/watch/?v=1206111451128368). L’idea era nata spontaneamente, come spesso accade, per il desiderio di condividere riflessioni e pensieri con più persone.

Qualche giorno fa sono stata al cimitero con Maurizio Bernardi. Ho voluto condividere con lui alcune riflessioni e spiegare perché per me è importante mantenere vivo il legame con nostra storia, anche attraverso tali camminate tra volti del passato, non solo persone conosciute ma persone che in ogni caso hanno lasciato un segno, un ricordo nella realtà del nostro paese.

Siamo andati di pomeriggio, in una giornata estiva e calda e il silenzio del luogo riportava a quelle immagini, ormai dimenticate, di pomeriggi estivi, senza rumori, senza suoni, eccetto le cicale e il fruscio delle foglie.

Abbiamo perso, lo sappiamo, il senso della piacevolezza della solitudine e del silenzio, ci fa quasi paura, come fosse un vuoto da riempire a tutti i costi anziché un’occasione preziosa per stare con sé stessi.

Giovanni Battista Angelini: un padre per Castelnuovo

Siamo partiti, come nel video, dalla tomba della famiglia Angelini, un cancelletto cigolante che porta in un piccolo giardino, con i segni del tempo, ma suggestivo.

Il 14 aprile 2020 Maurizio Bernardi aveva pubblicato sul sito della CDC un bellissimo articolo-biografia su questa figura fondamentale per la storia castelnovese e italiana. Vi suggerisco di andare a rileggerlo (https://www.casadeicittadini.it/notizie-progetti/giovanni-battista-angelini-rinascere-dall11-aprile-1848).

Medaglione di Giovanni Battista Angelini incastonato all'interno della vecchia sede municipale di Castelnuovo

Vi invito a rileggerlo. Ma sarebbe il caso di leggere l’epigrafe:

"emulo dei martiri della Patria diede sostanze, subì il carcere... sindaco per trent'anni resse da padre il comune di Castelnuovo, di disinteressato amore alla cosa pubblica"

L’attuale sede del Municipio si trova in quella che fu la sua abitazione: sembra il giusto modo per onorarne la figura e il ruolo svolto per il bene della nostra comunità. Importa poco che non tutti lo sappiano quando superano la soglia del Comune (anche se una maggior informazione sarebbe bella e utile), ogni ingresso è, spiritualmente, un omaggio nei suoi confronti.

La lapide di Giambattista Angelini posta al centro della tomba di famiglia

Girolamo Vianini, il primo sepolto nel nuovo cimitero di Castelnuovo

Proprio sul muretto di recinzione del giardino della tomba Angelini si trova l’epigrafe che ricorda Girolamo Vianini, da pochi anni resa leggibile grazie all’intervento di mani gentili.

ChatGPT, che sembra sapere ormai tutto di tutti, deve ammettere la propria ignoranza, non lo conosce… ma l’epigrafe ci dice tutto:

"di anni 65, ottimo padre fi famiglia con una splendida processione qui fu il primo ad essere accompagnato, dieci figli riconoscenti pregano per lui, 8 novembre 1844"

Quindi, quattro anni prima dei terribili fattidell’11 aprile del 1848, il nostro Girolamo fu il primo ad essere sepolto nel nuovo cimitero di Castelnuovo, lasciando definitivamente l’antico che si trovava a fianco della chiesa antica, oggi conosciuto come Oratorio di Santa Maria.

La chiesa antica era stata edificata nel corso del XII secolo, probabilmente su un edificio religioso più antico, forse di epoca longobarda. La costruzione della nuova chiesa iniziò nel 1808 e si rese necessaria la costruzione di un nuovo cimitero.

La lapide in ricordo del primo sepolto nel nuovo cimitero: Girolamo Vianini.

Torniamo a Girolamo. Non sappiamo nulla di lui se non le parole scritte sulla stele: ci ricordano un momento pubblico - il suo funerale - ma ci ricordano anche quei dieci figli che pregano per il padre.

La letteratura antica ci lascia tante tracce del dolore dei figli per la morte dei genitori. Ne cito una, di autore anonimo conservato nella Antologia Palatina:

“qui giace un uomo amico dei figli, amico degli uomini, che i suoi figli piangono in eterno.”

È vero che è nella natura delle cose che i genitori lascino la vita prima dei figli. Ma resta quel senso di vuoto profondo che proviamo quando vengono a mancare.

Le epigrafi lungo il muro

Sarebbero tante le testimonianze e le storie che le epigrafi e le foto, a volte sbiadite, ci raccontano.

Suggerisco una sosta davanti alle epigrafi - ormai leggibili a fatica - che si trovano sulle steli tombali lungo il muro di cinta della parte vecchia del cimitero, a sinistra rispetto all’ingresso.

Chi sono?

Paolo Menegardi “falegname, per la religione e per il lavoro ebbe tempra maschia, uomo di stampo antico, in ogni suo atto scolpì il suo carattere intero, ma ahi, nell’agosto del 1890 passò”
Luigi Menegardi “sobrio, intelligente, instancabile operaio. La sacra famiglia a cui raccomandava fidente l’anima contrita, seco l’accoglieva nel regno beato, a 28 anni il primo ottobre 1885”
Adeodato Sembenini “morto per violenta malattia nella verde età di 26 anni, per sobrietà, religione e morale a tutti cari assai, per soggezione e affetto ai suoi carissimo, suffragate l’anima sua e dei suoi fratelli”
Oliosi Luigi e Giovanni “fratelli carissimi di 22 e 23 anni, 26 settembre 1885, 2 marzo 1890 , i genitori Lorenzo e Catterina posero”

sulla base della stele sembra apparire il simbolo dell’infinito.

Un legame con la memoria

In questo viaggio di parole ho desiderato portarvi di fronte alle tombe di sette persone: un deputato, cittadino stimato sindaco di Castelnuovo, che ha fatto la storia del nostro comune, un buon padre di famiglia che sarà ricordato come il primo ad essere sepolto nel cimitero e poi cinque altri cittadini castelnovesi. Di due sappiamo la professione - falegname uno, operaio l’altro (non sappiamo come e dove) - degli altri capiamo solo il vuoto che hanno lasciato con la loro scomparsa.

Come ho spiegato anche nel video, per me visitare queste tombe così antiche e inevitabilmente un po’ dimenticate, visitare i luoghi delle battaglie risorgimentali del nostro territorio, leggere nei sacrari i nomi di persone — spesso giovani — che hanno perso la vita, significa creare un legame con loro.

E permettere al loro ricordo di mantenersi.

Vista esterna e due immagini dell'interno dell'Ossario di Custoza (https://ossariocustoza.it/)

Un insegnamento familiare

L’ho imparato da bambina, quando, insieme ai miei fratelli, i miei genitori ci accompagnavano ogni tanto in queste visite. Ci ricordavano come, se da credenti abbiamo la fede che ci parla di vita eterna, da esseri umani abbiamo il dovere, con la memoria, di mantenere vivo il legame con chi ci ha lasciato.

Vite intense, ricche di momenti felici ma anche di difficoltà e sofferenze, vite a volte spezzate prematuramente, ma in ogni caso tasselli fondamentali del mosaico dell’umanità.

Una filosofia greca sviluppatasi nel III secolo A.C., lo Stoicismo definiva l’uomo come un microcosmo rispetto il macrocosmo rappresentato dall’Universo.

Noi potremmo dire: il tassello di un puzzle. Se lo perdiamo, nulla ha più senso.

Così ciascuno di noi lascia una traccia indelebile nella storia dell’umanità.

Se riflettiamo su questo aspetto possiamo capire di più l’importanza della nostra vita e, forse, possiamo ricercare maggiormente il Bene Comune.

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