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5
April
2021

“Castelnuovo come isola nel mare della Storia”

Fulvio Testa ci racconta il dipinto della Sala Comunale

Fulvio Testa
Fulvio Testa

Entrare nella grande Sala Comunale fa sempre un certo effetto, grazie anche a quella grande pittura murale che riprende tre elementi così caratteristici e peculiari del nostro bel Castelnuovo del Garda. Sono passati 13 anni dalla fine dei lavori di restauro del palazzo comunale, promosso dall’allora sindaco Maurizio Bernardi, ma quel dipinto rapisce sempre lo sguardo per i suoi motivi, colori e il valore intrinseco. L’autore, Fulvio Testa, artista di caratura mondiale, vuole ricordare quel periodo e il percorso creativo che hanno portato alla realizzazione dell’opera.

Fulvio Testa

Un anniversario importante da ricordare

Ci si stava avvicinando al 2008, centosessant’anni erano ormai passati dalla strage di cittadini innocenti e dalla distruzione dell’intero abitato avvenuta pochi giorni dopo le 5 Giornate di Milano e Castelnuovo si preparava a celebrare quell’anniversario.” dice l’artista, grande appassionato di Storia, che ricorda come la mente sia andata a ritroso nel tempo, alle visite ai musei e le mostre. In particolare la grande mostra del Centenario dell’Italia Unita, vista a Torino nel 1960, che diede il via all’intuizione e un grande aiuto nell’individuare un punto fondamentale da cui partire.

Scorcio di Castelnuovo - Veduta in direzione Ovest

“La Storia non è fatta di soli personaggi”

Rappresentare un evento poteva essere una sfida creativa interessante, ma visitare Castelnuovo con frequenza e perlustrare la zona portarono una scintilla nella mente dell’artista. Capì infatti la particolarità del luogo e l’importanza di quel rilievo, più altura che colle, che caratterizza il nostro amato territorio. Nei secoli era sempre stato un forte punto strategico perché permette di scrutare e osservare a distanza. “Chissà quante costruzioni fortificate avevano preceduto l’odierno torrione” si chiedeva Fulvio, mentre elaborava che il vero testimone degli eventi era il luogo stesso, così particolare e affascinante.

“Con la fantasia e alcune cognizioni di Storia, potevo immaginare coorti romane che si avventuravano verso le terre del Nord, carovane longobarde che si spostavano verso le terre lombarde, i Lanzichenecchi in marcia verso Roma e così anche a soldati piemontesi e austriaci che tutt’attorno si erano affrontati in quel lontano 1859.”

Scorcio di Castelnuovo - Veduta in direzione Est

Si avvia il processo creativo

“Pensai a tre vedute”, racconta l’artista. Per raccogliere gli elementi più significativi individuò una prima immagine dell’altura vista da Ovest, l’altra vista dal lato opposto, da Est, e infine una terza che estende lo sguardo verso la Val d’Adige dando un grande senso di profondità all’opera. Decise poi di adagiare le tre vedute su uno sfondo che potesse comunicare un senso di infinito, come fosse un tessuto, un mosaico, dal sapore millenario, ma tuttavia attuale, con i motivi geometrici ripetitivi scelti.

“L’idea stava prendendo corpo e Castelnuovo del Garda cominciava ad apparirmi come un’isola nel mare della Storia.”

La Val d'Adige vista da Castelnuovo - Veduta in direzione Nord

La realizzazione e la soddisfazione finale

Fulvio Testa prende contatti con una grande esperta di pitture murali, l’amica veronese Maria Girelli, e dopo uno studio scrupoloso sulla superficie e l’entità del lavoro, decisero di scartare la tecnica dell’affresco e optare per la pittura a secco. Dopo molte prove di colore e la preparazione dei cartoni per trasporre i disegni, tutto era pronto per cominciare. Installate le impalcature, si cominciò a preparare la parete e finalmente a dipingere. Era pieno inverno e l’artista ricorda “Si lavorò ogni giorno per un mese intero, tutti imbacuccati per il freddo.”

Maria Girelli Bruni

La soddisfazione finale però ripagò tutto l’impegno e i sacrifici, e il prestigio dell’opera rimane a impreziosire il palazzo comunale e il territorio castelnovese.

Il dipinto murale di Fulvio Testa nella Sala XI Aprile 1848 (6 x 2,4 metri)

5
April
2021

“Castelnuovo come isola nel mare della Storia”

Fulvio Testa ci racconta il dipinto della Sala Comunale

Fulvio Testa
Fulvio Testa

🤝 Collaboratori

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📝 Descrizione del Progetto

Entrare nella grande Sala Comunale fa sempre un certo effetto, grazie anche a quella grande pittura murale che riprende tre elementi così caratteristici e peculiari del nostro bel Castelnuovo del Garda. Sono passati 13 anni dalla fine dei lavori di restauro del palazzo comunale, promosso dall’allora sindaco Maurizio Bernardi, ma quel dipinto rapisce sempre lo sguardo per i suoi motivi, colori e il valore intrinseco. L’autore, Fulvio Testa, artista di caratura mondiale, vuole ricordare quel periodo e il percorso creativo che hanno portato alla realizzazione dell’opera.

Fulvio Testa

Un anniversario importante da ricordare

Ci si stava avvicinando al 2008, centosessant’anni erano ormai passati dalla strage di cittadini innocenti e dalla distruzione dell’intero abitato avvenuta pochi giorni dopo le 5 Giornate di Milano e Castelnuovo si preparava a celebrare quell’anniversario.” dice l’artista, grande appassionato di Storia, che ricorda come la mente sia andata a ritroso nel tempo, alle visite ai musei e le mostre. In particolare la grande mostra del Centenario dell’Italia Unita, vista a Torino nel 1960, che diede il via all’intuizione e un grande aiuto nell’individuare un punto fondamentale da cui partire.

Scorcio di Castelnuovo - Veduta in direzione Ovest

“La Storia non è fatta di soli personaggi”

Rappresentare un evento poteva essere una sfida creativa interessante, ma visitare Castelnuovo con frequenza e perlustrare la zona portarono una scintilla nella mente dell’artista. Capì infatti la particolarità del luogo e l’importanza di quel rilievo, più altura che colle, che caratterizza il nostro amato territorio. Nei secoli era sempre stato un forte punto strategico perché permette di scrutare e osservare a distanza. “Chissà quante costruzioni fortificate avevano preceduto l’odierno torrione” si chiedeva Fulvio, mentre elaborava che il vero testimone degli eventi era il luogo stesso, così particolare e affascinante.

“Con la fantasia e alcune cognizioni di Storia, potevo immaginare coorti romane che si avventuravano verso le terre del Nord, carovane longobarde che si spostavano verso le terre lombarde, i Lanzichenecchi in marcia verso Roma e così anche a soldati piemontesi e austriaci che tutt’attorno si erano affrontati in quel lontano 1859.”

Scorcio di Castelnuovo - Veduta in direzione Est

Si avvia il processo creativo

“Pensai a tre vedute”, racconta l’artista. Per raccogliere gli elementi più significativi individuò una prima immagine dell’altura vista da Ovest, l’altra vista dal lato opposto, da Est, e infine una terza che estende lo sguardo verso la Val d’Adige dando un grande senso di profondità all’opera. Decise poi di adagiare le tre vedute su uno sfondo che potesse comunicare un senso di infinito, come fosse un tessuto, un mosaico, dal sapore millenario, ma tuttavia attuale, con i motivi geometrici ripetitivi scelti.

“L’idea stava prendendo corpo e Castelnuovo del Garda cominciava ad apparirmi come un’isola nel mare della Storia.”

La Val d'Adige vista da Castelnuovo - Veduta in direzione Nord

La realizzazione e la soddisfazione finale

Fulvio Testa prende contatti con una grande esperta di pitture murali, l’amica veronese Maria Girelli, e dopo uno studio scrupoloso sulla superficie e l’entità del lavoro, decisero di scartare la tecnica dell’affresco e optare per la pittura a secco. Dopo molte prove di colore e la preparazione dei cartoni per trasporre i disegni, tutto era pronto per cominciare. Installate le impalcature, si cominciò a preparare la parete e finalmente a dipingere. Era pieno inverno e l’artista ricorda “Si lavorò ogni giorno per un mese intero, tutti imbacuccati per il freddo.”

Maria Girelli Bruni

La soddisfazione finale però ripagò tutto l’impegno e i sacrifici, e il prestigio dell’opera rimane a impreziosire il palazzo comunale e il territorio castelnovese.

Il dipinto murale di Fulvio Testa nella Sala XI Aprile 1848 (6 x 2,4 metri)

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