Chiara Trotti: “Castelnuovo è la mia comunità. Servire gli altri è un dono e una responsabilità”
L’assessore ai Servizi sociali e alla Cultura racconta la sua storia, la passione per l’impegno civico e i sogni per un paese sempre più unito, solidale e attento alle persone.


Le radici e la passione per la comunità
Mi chiamo Chiara Trotti, sono nata e vivo a Castelnuovo del Garda.
La mia famiglia non è “autoctona”: mia mamma, Carmen, era originaria di Pavia; mio padre, Cesare, di origini piemontesi, era nato a Suardi.
Il destino, o la provvidenza, decide per noi con strani intrecci.
Mio padre, ufficiale dell’esercito italiano, fanteria, venne inviato a Castelnuovo per il passaggio di consegne tra esercito americano e italiano della caserma Chiarle, e io, insieme ai miei due fratelli, sono nata qui e sono castelnovese.
Sono insegnante di scuola superiore e il mio lavoro, tutt’oggi, mi piace e mi appassiona, ma in famiglia ho sempre respirato un’aria di apertura verso la comunità, di interesse per la cosa pubblica, insomma per la politica.
Sono abituata, da sempre, a non nascondere le mie idee ma mi hanno insegnato ad ascoltare e soprattutto, a non avere pregiudizi.
Passando attraverso impegni in parrocchia come catechista, alla scuola dell’infanzia come presidente, alla presidenza del consiglio di Istituto, sono arrivata all’amministrazione, candidata con la lista Salvelli, eletta nell’amministrazione Peretti, in minoranza a fianco di Davide Sandrini, durante lo scorso mandato e ora in amministrazione di Davide Sandrini.
Mi piace questa attività? Molto!

Una nuova esperienza amministrativa
Se durante l’amministrazione Peretti mi sono occupata di scuola, un mondo da me conosciuto e amato, in questo nuovo mandato ho accolto con entusiasmo l’offerta del Sindaco: servizi sociali, cultura, convegni, rete dei comuni, Castelnuovo d’Italia.
Naturalmente le prime due sono le più corpose, ma anche quelle che mi stanno veramente — passatemi il termine — entusiasmando.
Il primo anno è stato di “osservazione”, anche per rispetto del lavoro di chi mi aveva preceduto, ma a partire dalla primavera ho cominciato a promuovere nuovi progetti sia nel campo del sociale che nel campo della cultura, devo dire con risultati ottimi.

Il bisogno di ascolto e vicinanza
Forse l’educazione ricevuta in famiglia, a scuola (ho incontrato ottimi insegnanti nel mio cammino), la mia professione e le persone che ho incontrato, che adesso fanno parte della mia vita, mi hanno abituata a rispettare gli altri e, se possibile, a mettere al servizio le mie capacità.
Non amo la cultura ostentata e mi infastidisce, lo ammetto, chi si vanta dei propri titoli o meriti, anche legittimi, e la parabola evangelica dei talenti è per me un punto di riferimento.
Se abbiamo capacità è perché le dobbiamo mettere al servizio degli altri; altrimenti rimangono qualità in sospeso che non danno frutto.
Come amministratrice mi sono resa conto di quanto ci sia bisogno, in tutte le comunità — Castelnuovo compresa — di ascolto e di aiuto, concreto ma non solo.
Non si tratta di elargire dall’alto, ma di affiancare chi ha bisogno, nel rispetto della sensibilità di tutti.
Ci si scontra naturalmente con la realtà che ci fa capire che non possiamo risolvere tutto, ma possiamo utilizzare bene, senza sprechi, i mezzi e le risorse a nostra disposizione.

Le criticità di oggi
Sarebbe lungo l’elenco delle problematiche evidenti, ma spesso sommerse, della nostra comunità.
Ve ne elenco alcune, perché è sicuramente compito dell’amministratore gestire e utilizzare al meglio le risorse a disposizione, ma penso sia dovere morale di ciascuno dare un contributo al bene comune.
- La solitudine, che investe tutte le fasce di età.
- La casa, un problema sempre più evidente, anche per le giovani coppie e per chi, pur avendo uno stipendio regolare, non riesce ad accedere a un mutuo, e naturalmente per le fasce più deboli.
- La formazione scolastica, con le fragilità che talvolta emergono in bambini e ragazzi.
- La difficoltà di mantenere la propria famiglia e, di conseguenza, le incertezze al pensiero dei figli da mettere al mondo.
- Il desiderio di cultura e di emozioni belle, spesso messo in secondo piano dalle esigenze del quotidiano.
- La salute e la dignità della persona.
Anche per rincuorare me stessa e naturalmente chi legge, mi piace sottolineare che il nostro Comune mette in atto tante iniziative e strategie, anche grazie all’aiuto dei servizi educativi e sociali e del personale comunale.
La nostra — mia — fortuna, lasciatemelo dire, è la passione con cui il nostro Sindaco, Davide Sandrini, esercita le sue funzioni. “Lanciare il cuore oltre l’ostacolo” è una delle sue espressioni che più apprezzo.

Una cultura che unisce
La cultura è veramente la chiave di volta per una società democratica che si onori di questo titolo.
Mi piace ricordare che la parola deriva dal latino, dal verbo “colere”, preso in prestito dall’agricoltura: coltivare.
Coltivare la società perché dia buoni frutti.
Provo sempre un senso di fastidio nei confronti di chi ostenta un sapere con una sorta di superiorità, per non dire arroganza.
Devo dire la verità: se percepisco in chi si propone per qualche evento una sorta di sufficienza nei confronti della nostra comunità, mi passa la voglia di ascoltare e collaborare.
Come dico spesso a scuola, certo, studiare arte ci rende più competenti, ma la bellezza della Pietà di Michelangelo, la Primavera di Botticelli o la musica ci colpiscono indipendentemente dalle nostre conoscenze, perché siamo nati per riconoscere il bello.

Comuni in rete
“Rete dei comuni” e “Castelnuovo d’Italia” sono sicuramente ambiti minori, ma la nostra società ha sempre più bisogno di riconoscersi, di capire i propri punti di riferimento e di sentirsi in rete.
La rete ci rende anche amministrativamente più forti, e avere un nome di paese in comune non è soltanto folklore, ma rappresenta un’opportunità — anche piacevole — per confrontarsi, condividere esperienze, migliorare.
Sogni e progetti per il futuro
Tanti, perché parlando, incontrando e condividendo si aprono mille rivoli di un medesimo fiume.
Abbiamo dato il via a un’Accademia del Cinema, abbiamo uno splendido teatro da valorizzare ulteriormente, abbiamo la musica.
Un sogno? Castelnuovo centro di propulsione culturale, punto di riferimento e attrattiva del territorio.
E nel sociale? Sviluppare le iniziative già in corso, ma crearne altre, perché tutte le fasce d’età e tutte le componenti della nostra società castelnovese abbiano l’opportunità di avere buone condizioni di vita per diventare, ciascuno, motore di benessere per gli altri.
In concreto, il sogno è questo: una comunità che, pur nelle difficoltà, non si senta sola e non lasci soli.
