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16
December
2020

Il Natale e la scuola al tempo del Coronavirus

Tra innovazione e tradizione

Emilia Bressanelli
Emilia Bressanelli

Quest’anno il Natale arriva all’interno di un contesto problematico per vari aspetti: lo preannunciano gli esperti del Ministero della Salute, lo temono i commercianti ormai sfiancati dalle restrizioni dell’emergenza pandemica, lo si scorge da tutti i commenti sui social.

Eppure è tempo di festa, è tempo di recite natalizie e di scambio di auguri. A questo ci hanno abituato le scuole della nostra città, che dagli anni ‘60 organizzano incontri con le famiglie, canti e allestimenti scenici artigianali, riunendo le famiglie del territorio per molte settimane, con eventi sempre più ricchi. Ad esempio col tradizionale Concerto Natalizio introdotto nel 2005 con la nascita della scuola media ad indirizzo musicale, espressione dell’impegno di una nuova generazione di studenti che, nell’approccio alla musica d’insieme, ha saputo proporre apprezzate prestazioni di elevato livello artistico e culturale.

Quest’anno sarà tutto più complicato

Didattica a distanza, poi in presenza, poi alternata. Chiusura, riapertura parziale, rientro prenatalizio. Mascherina, distanziamento, quarantena. Sono questi i temi e le terminologie con i quali tutti stiamo familiarizzando e che vedono spesso le famiglie e gli studenti disorientati.

Da insegnante, ex dirigente scolastica, ma anche nonna di due alunni di scuola primaria, mi trovo spesso a riflettere sul modo migliore per far vivere ai nostri nipoti e ai nostri alunni questo tempo come un’occasione per grandi sfide educative e culturali.

Al di là delle battute e delle polemiche mediatiche, delle difficoltà di connessione, trasporto, e gestione, la cosa che emerge veramente è che i dirigenti, docenti, e tutto il personale della scuola, stiano facendo sforzi grandissimi per garantire la continuità dell’apprendimento e insegnare ad affrontare la pandemia.

Anche i più piccoli fanno la loro parte

Gli studenti di tutti gli ordini e grado stanno anche facendo tesoro di nuove modalità per imparare: le esperienze di didattica a distanza, che affiancano le lezioni in presenza, li fanno sentire ancorati saldamente al contesto scolastico, anche quando fisicamente non sono in aula; i più piccoli stanno conoscendo e sperimentando l’importanza di nuove regole e comportamenti, prima di tutto per proteggere la propria salute e quella dei loro cari; si torna in classe con una volontà diversa di vivere l’esperienza interpersonale di socializzazione, insostituibile in questa stagione dell’età evolutiva.

Il merito è per gran parte dei docenti pronti a rimettere in gioco abitudini e metodologie, senza contare le ore, con lo scopo unico di essere a disposizione dei loro allievi per aiutarli a percorrere il loro cammino formativo, con disponibilità e competenza.

Grazie a loro, gli studenti stanno sfruttando le nuove risorse didattiche alternative che la tecnologia offre e fino ad ora troppo trascurate.

Guardiamo allora il lato positivo

La completa apertura delle scuole rappresenterà un momento fondamentale di ripresa di relazioni interrotte, di recupero di occasioni perdute, ma il bagaglio personale di ogni studente sarà stato arricchito da una grande prova di responsabilità e maturità.

E questi valori serviranno, in prospettiva, a formare gli uomini e le donne del domani: gli stessi che dovranno prendere in mano le redini del Paese dopo la pesante e dolorosa esperienza della pandemia. Se essi sapranno coniugare tecnologia e tradizione, sicurezza e servizi, cultura del rispetto per la persona contro gli egoismi individualistici, allora potremo sperare che una generazione così provata dagli eventi abbia saputo proficuamente far tesoro della lezione della vita per cambiare in meglio la società.

E che altro deve innanzitutto insegnare la scuola se non a vivere, a rispettare, ad integrare, ad avere occhi per le necessità di ciascuno? Perché il benessere sociale è espressione del benessere di ogni persona.

E’ natale ogni volta…

Mi auguro, e lo auguro a tutte le famiglie, agli studenti, a chi gestisce la Cosa Pubblica, ai dirigenti scolastici e a tutto il personale della scuola - che ha saputo farsi in quattro per rendere meno doloroso il distanziamento e la forzata negazione di un fondamentale diritto sancito dalla Costituzione -, che sia prossimo il ritorno a scuola per tutti gli studenti.

Che questo Natale, magari un po’ più scarno nell’esteriorità, sia un Santo Natale all’insegna di una nuova e profonda umanità, di un autentico spirito di solidarietà e di una vera fratellanza. E come dice spesso un mio caro amico sacerdote: “A Natale, non dimentichiamo il Festeggiato”!

Con questo auspicio, auguro a tutti un Natale sereno, con questi versi di Madre Teresa di Calcutta:


È Natale
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
(Madre Teresa di Calcutta)

16
December
2020

Il Natale e la scuola al tempo del Coronavirus

Tra innovazione e tradizione

Emilia Bressanelli
Emilia Bressanelli

🤝 Collaboratori

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📝 Descrizione del Progetto

Quest’anno il Natale arriva all’interno di un contesto problematico per vari aspetti: lo preannunciano gli esperti del Ministero della Salute, lo temono i commercianti ormai sfiancati dalle restrizioni dell’emergenza pandemica, lo si scorge da tutti i commenti sui social.

Eppure è tempo di festa, è tempo di recite natalizie e di scambio di auguri. A questo ci hanno abituato le scuole della nostra città, che dagli anni ‘60 organizzano incontri con le famiglie, canti e allestimenti scenici artigianali, riunendo le famiglie del territorio per molte settimane, con eventi sempre più ricchi. Ad esempio col tradizionale Concerto Natalizio introdotto nel 2005 con la nascita della scuola media ad indirizzo musicale, espressione dell’impegno di una nuova generazione di studenti che, nell’approccio alla musica d’insieme, ha saputo proporre apprezzate prestazioni di elevato livello artistico e culturale.

Quest’anno sarà tutto più complicato

Didattica a distanza, poi in presenza, poi alternata. Chiusura, riapertura parziale, rientro prenatalizio. Mascherina, distanziamento, quarantena. Sono questi i temi e le terminologie con i quali tutti stiamo familiarizzando e che vedono spesso le famiglie e gli studenti disorientati.

Da insegnante, ex dirigente scolastica, ma anche nonna di due alunni di scuola primaria, mi trovo spesso a riflettere sul modo migliore per far vivere ai nostri nipoti e ai nostri alunni questo tempo come un’occasione per grandi sfide educative e culturali.

Al di là delle battute e delle polemiche mediatiche, delle difficoltà di connessione, trasporto, e gestione, la cosa che emerge veramente è che i dirigenti, docenti, e tutto il personale della scuola, stiano facendo sforzi grandissimi per garantire la continuità dell’apprendimento e insegnare ad affrontare la pandemia.

Anche i più piccoli fanno la loro parte

Gli studenti di tutti gli ordini e grado stanno anche facendo tesoro di nuove modalità per imparare: le esperienze di didattica a distanza, che affiancano le lezioni in presenza, li fanno sentire ancorati saldamente al contesto scolastico, anche quando fisicamente non sono in aula; i più piccoli stanno conoscendo e sperimentando l’importanza di nuove regole e comportamenti, prima di tutto per proteggere la propria salute e quella dei loro cari; si torna in classe con una volontà diversa di vivere l’esperienza interpersonale di socializzazione, insostituibile in questa stagione dell’età evolutiva.

Il merito è per gran parte dei docenti pronti a rimettere in gioco abitudini e metodologie, senza contare le ore, con lo scopo unico di essere a disposizione dei loro allievi per aiutarli a percorrere il loro cammino formativo, con disponibilità e competenza.

Grazie a loro, gli studenti stanno sfruttando le nuove risorse didattiche alternative che la tecnologia offre e fino ad ora troppo trascurate.

Guardiamo allora il lato positivo

La completa apertura delle scuole rappresenterà un momento fondamentale di ripresa di relazioni interrotte, di recupero di occasioni perdute, ma il bagaglio personale di ogni studente sarà stato arricchito da una grande prova di responsabilità e maturità.

E questi valori serviranno, in prospettiva, a formare gli uomini e le donne del domani: gli stessi che dovranno prendere in mano le redini del Paese dopo la pesante e dolorosa esperienza della pandemia. Se essi sapranno coniugare tecnologia e tradizione, sicurezza e servizi, cultura del rispetto per la persona contro gli egoismi individualistici, allora potremo sperare che una generazione così provata dagli eventi abbia saputo proficuamente far tesoro della lezione della vita per cambiare in meglio la società.

E che altro deve innanzitutto insegnare la scuola se non a vivere, a rispettare, ad integrare, ad avere occhi per le necessità di ciascuno? Perché il benessere sociale è espressione del benessere di ogni persona.

E’ natale ogni volta…

Mi auguro, e lo auguro a tutte le famiglie, agli studenti, a chi gestisce la Cosa Pubblica, ai dirigenti scolastici e a tutto il personale della scuola - che ha saputo farsi in quattro per rendere meno doloroso il distanziamento e la forzata negazione di un fondamentale diritto sancito dalla Costituzione -, che sia prossimo il ritorno a scuola per tutti gli studenti.

Che questo Natale, magari un po’ più scarno nell’esteriorità, sia un Santo Natale all’insegna di una nuova e profonda umanità, di un autentico spirito di solidarietà e di una vera fratellanza. E come dice spesso un mio caro amico sacerdote: “A Natale, non dimentichiamo il Festeggiato”!

Con questo auspicio, auguro a tutti un Natale sereno, con questi versi di Madre Teresa di Calcutta:


È Natale
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
(Madre Teresa di Calcutta)

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